venerdì 23 marzo 2012

La carità del Papa attraverso le iniziative della fondazione Populorum Progressio in Messico e a Cuba (Segundo Tejado Muñoz)

La carità del Papa attraverso le iniziative della fondazione Populorum Progressio in Messico e a Cuba

Per lo sviluppo integrale dei popoli latinoamericani

Segundo Tejado Muñoz,
Sotto-segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum

È significativa la presenza, tra le personalità che accompagnano Benedetto XVI nel suo viaggio apostolico in Messico e a Cuba, del presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il cardinale Robert Sarah, che presiede anche la Fondazione Populorum Progressio per l’America Latina. Per il Papa è evidente che la carità costituisce una forma privilegiata per portare Cristo agli uomini, per mostrare la presenza dell’amore incondizionato di Dio verso i più deboli. La carità è il principale e più efficace strumento in mano alla Chiesa per attuare la nuova evangelizzazione, della quale Benedetto XVI si è fatto araldo di fronte alle Nazioni.
La visita ha luogo in questo periodo dell’anno in cui la Chiesa universale, attraverso il tempo quaresimale, si sta preparando ad accogliere tutta la forza rinnovatrice e rigeneratrice dell’evento pasquale. Come ci ha detto il Pontefice nel messaggio per la Quaresima 2012, questo è un tempo propizio per riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Ebrei 10, 24). Ecco, la carità presuppone questa «attenzione» verso l’altro, il «pensare» all’altro, che non sono soltanto due attività sensoriali, ma implicano qualcosa di più profondo. Questo è anche uno dei problemi della nostra società individualistica: come posso venire incontro alle necessità di coloro che mi stanno accanto, se non ho la capacità di «vedere, pensare, percepire» ciò che è al di fuori di me e delle mie personali esigenze? Come posso essere caritatevole, se non sono in grado di «vedere» il mio prossimo?
Benedetto XVI visita in questi giorni luoghi a cui Egli ha già «pensato». Pastore universale della sua Chiesa, egli, attraverso dei gesti concreti di carità, rende visibile questa «attenzione». La carità è segno della sua vicinanza a quelle popolazioni, al tempo stesso prepara il terreno alla sua visita. Attraverso le opere di carità concreta, è già presente in quei luoghi. Perché la carità, provenendo dalla sua fonte, che è Dio (Deus caritas est), è ciò che prepara l’arrivo del Signore.
Il Signore compiva dei segni, i miracoli, per preparare i suoi interlocutori ad ascoltare e ad accogliere la buona notizia dell’annuncio del Regno. I gesti di carità del Papa in questi due Paesi si traducono anche attraverso l’opera della Fondazione Populorum Progressio, che da oltre 25 anni promuove la formazione integrale — umana, sociale, spirituale — delle comunità indigene e dei campesinos nei Caraibi, in America centrale e in America latina. Al momento attuale, il presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione è il cardinale messicano Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo emerito di Guadalajara. La Fondazione, di cui fanno parte altri cinque presuli dell’America latina, è nata nel 1992 per volere di Giovanni Paolo II. Fino a oggi, ha contribuito a finanziare oltre 3.500 progetti.
In Messico, la Fondazione negli ultimi anni ha sostenuto più di 200 progetti per promuovere l’auto-sviluppo delle comunità indigene e di campesinos. Tra gli altri, quest’anno sono stati finanziati due progetti che riguardano l’approvvigionamento e l’utilizzo dell’acqua. Uno, nella diocesi di Tarahumara, che si trova in una regione montuosa ed estremamente arida, in cui la comunità indigena locale si trovava senza mezzi per poter sostenere l’agricoltura o la pastorizia. Il secondo ha stanziato fondi per un progetto tutto volto a risolvere la questione della raccolta delle acque piovane per il centro di sviluppo della comunità indigena di San Rafael.
A Cuba, nonostante le numerose difficoltà, la Fondazione negli ultimi anni ha finanziato circa 50 progetti, tra cui la costruzione di diverse strutture socio-pastorali nella diocesi di Pinar del Río e un progetto per l’educazione dei bambini nella diocesi di Matanzas. La formazione dei giovani è una delle priorità della Fondazione, e trova in Cuba sempre una risposta entusiasta. Soltanto attraverso l’educazione globale — umana e spirituale — delle nuove generazioni, sarà possibile sperare in un futuro di rappacificazione dell’isola.
Il Papa si reca in queste due Nazioni dell’America latina, che vivono ciascuna le proprie problematiche e tensioni sociali e politiche. Ogni suo viaggio pastorale punta principalmente a portare Gesù e il suo Vangelo. Perché Lui solo è la nostra pace e riconciliazione, che porta con sé la speranza in questi tempi convulsi.

(©L'Osservatore Romano 24 marzo 2012)

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