sabato 24 marzo 2012

Il Papa a Leon, l'abbraccio della folla: 23 chilometri di messicani in visibilio (Giansoldati)

Il Papa a Leon, l'abbraccio della folla: 23 chilometri di messicani in visibilio

di Franca Giansoldati

CITTA’ DEL VATICANO

L’arrivo a Leon per Papa Ratzinger è stata una ventata di ottimismo, una iniezione di energia positiva. Il clima che i messicani gli hanno riservato già all’aeroporto, alla consueta cerimonia di benvenuto, è stato a dir poco travolgente con variopinte bande di mariachi che suonavano, nugoli di ragazzini che cantavano, slogan da stadio (Benedicto hermano Leon te da la mano; Benedicto hermano ya eres mexicano).
Il presidente Calderon e la giovane moglie infagottata in un eccentrico tailleur rosa confetto lo hanno accolto con un abbraccio. Il Papa reduce da 14 ore di volo trascorse soprattutto a rivedere i discorsi che pronuncerà nei giorni a venire, era estasiato. Stanco sì, ma felice. Camminando senza bastone si è avvicinato alla folla, ha stretto mani, abbracciato bambini, salutato gli ospiti.
Ma il bello doveva ancora venire subito dopo i discorsi di rito e il breve incontro con il presidente in una saletta dell’aeroporto. Quando il corteo di auto si è mosso due ali di folla sono andate letteralmente in visibilio. Le immagini mandate in diretta dalla televisione messicana stanotte (ora italiana) hanno fatto subito il giro del mondo. Per una trentina di chilometri, fino a raggiungere il Colegio Miraflores, dove soggiornerà fino al 25 marzo, la strada era piena di gente in festa.
«Il Papa è in buona salute, è in una condizione fantastica». Ha commentato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, durante un briefing con la stampa a Leon. Lombardi ha poi rassicurato sulle sue condizioni fisiche che sono «ottime», anche se «durante la cerimonia di accoglienza il Papa aveva la voce un po’ afona per via dell'aria condizionata in aereo».
I messicani hanno apprezzato moltissimo (cosa che è stata sottolineata da diverse radio e televisioni messicane) la condanna netta al narcotraffico, una piaga terribile che finora ha fatto quasi 50 mila morti negli ultimi 5 anni. Praticamente una guerra. Benedetto XVI ha detto di condividere i lutti e le dolorose difficoltà che vive il Paese. «Dobbiamo fare il possibile contro questo male distruttivo dell’umanità e della nostra gioventù» e spetta anche alla Chiesa «smascherare il male, smascherare questa idolatria del denaro, che schiavizza gli uomini. Bisogna smascherare le false promesse, la menzogna, la truffa che sta dietro la droga». Domani vedrà a tu per tu il presidente Calderon per una visita di cortesia, poi nella piazza centrale di Guanajuato saluterà gruppi di bambini.
L’83,9 per cento della popolazione messicana è cattolica e la Chiesa resta un punto di riferimento. Tuttavia non mancano le spine perché anche nel cattolicissimo Messico la flessione dovuta all’avanzata delle sette protestanti non manca. Solo nell’ultimo decennio il calo è stato di 4 punti in percentuale. Un problema che ormai accomuna tutti i paesi dell’America Latina e sul quale il Papa si sta concentrando. C’è, infatti, molta attesa per il discorso che farà domani a tutti gli episcopati del continente durante la celebrazione dei vespri nella cattedrale di Leon.

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