venerdì 9 marzo 2012

Il Papa e l'arcivescovo di Canterbury al Celio (Antonella Gaetani)

Il Papa e l'arcivescovo di Canterbury al Celio

Sarà celebrata a San Gregorio, alle 17.30 del 10 marzo, la preghiera vespertina in un abbraccio tra la Chiesa di Roma e gli Anglicani. Ad accogliere Benedetto XVI, tra gli altri, il cardinale Vallini

di Antonella Gaetani

Uniti nella preghiera in un abbraccio tra la Chiesa di Roma e gli Anglicani. Un incontro non inedito perché già Giovanni Paolo II era stato a San Gregorio al Celio durante il suo pontificato, il 30 settembre 1985 e il 4 dicembre 1996, per celebrare i vespri insieme al primate anglicano. Così Benedetto XVI e l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, si ritroveranno insieme a celebrare la preghiera vespertina sabato 10 marzo alle ore 17.30 alla basilica di San Gregorio al Celio. Tra gli altri, ad accogliere Benedetto XVI ci sarà il cardinale vicario Agostino Vallini. Il Papa risponde così alla richiesta della comunità dei monaci camaldolesi di visitare il monastero romano alla vigilia della festa di San Gregorio Magno, il 12 marzo, in occasione delle celebrazioni per il millenario di fondazione dell’eremo di Camaldoli.
Fu infatti Gregorio Magno - il Papa vissuto tra 500 e 600 - a evangelizzare l’Inghilterra, tramite il priore del monastero di Sant’Andrea al Celio, Agostino, diventato poi il primo arcivescovo di Canterbury. Qui è ricevuto da Etelberto, re di Kent, che aveva sposato la cattolica Berta. Ed è la conversione di Etelberto a permettere la predicazione di Agostino in piena libertà. Poi lo spirito del monachesimo anglo - germanico si unisce con i camaldolesi. Questi, infatti, nel 1573 si stabiliscono in modo definitivo a San Gregorio al Celio. Ciò porta i camaldolesi a scoprire la parentela indiscutibile che lega le intuizioni dei loro padri fondatori dell’XI secolo, come San Romualdo, col pensiero di Gregorio Magno. Una parentela che si caratterizza soprattutto nell’apertura dei monaci alla missione, come ribadisce padre Innocenzo Gargano, rettore della chiesa di San Gregorio al Celio. «Da lì in poi il carisma dei camaldolesi si esprime in tre modi: il cenobio, cioè la vita in comunità, l’eremo, per chi si è già maturato nella vita religiosa, e l’evangelizzazione, portando la parola di Dio a chi non la conosce anche a costo del martirio».
In tutto il mondo la comunità conta circa 300 monaci, due terzi dei quali sono monache e hanno missioni in India, Africa e Brasile. La forza della comunità sta nell’intensità del rapporto con Dio, nella Lectio Divina e «nell’attenzione ai lontani, e poi agli ebrei, alle religioni orientali, fino al dialogo con i non credenti. È, infatti, all’eremo di Monte Giove che arrivano grandi personalità anche distanti dalla fede come Pietro Ingrao e Rossana Rossanda». Ma non solo. A Camaldoli durante il fascismo si sono formati i quadri del futuro governo italiano, come testimonia il Codice che lì fu elaborato al termine di una settimana di studio tenutasi dal 18 al 23 luglio 1943 nel monastero di Camaldoli, nel Casentino (Toscana).
Un continuo dialogo con il mondo orientato dalla parola di Dio «che è l’acqua da cui attingere», dice padre Gargano. Ed è proprio la spiritualità di San Gregorio Magno l’anello di congiunzione tra cattolici e anglicani. Ci si ritrova dunque nella dimensione monastica, come dirà domenica 11 marzo l’arcivescovo di Canterbury, nel corso di una giornata di studio, durante il suo intervento «Carisma monastico e dialogo ecumenico». In un tempo pieno di conflitti, divisioni e lacerazioni queste riflessioni sono «il perno da cui ripartire», sottolinea padre Gargano. Anche se una serie di posizioni dividono le due confessioni «come l’etica e l’ordinazione delle donne», spiega monsignor Marco Gnavi incaricato diocesano dell’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti, «questo incontro è molto importante: si inserisce nel tentativo di ritrovare un fondamento comune nell’evangelizzazione in Europa. Molto forte è il richiamo simbolico, considerando che da San Gregorio al Celio sono partiti ben quaranta monaci che hanno portato la forza del messaggio cristiano in Inghilterra». Questo momento di preghiera sarà un ulteriore passaggio del pellegrinaggio ecumenico di cattolici ed anglicani.

http://www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=8216

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