Il dolore del Papa per la morte di Franco Lamolinara: ha contribuito alla pace tra i popoli
Un uomo distinto dalla “generosa disponibilità verso il prossimo” e dal contributo offerto “alla pacifica convivenza tra i popoli”. Sono questi i tratti che Benedetto XVI mette in risalto di Franco Lamolinara, l’ingegnere italiano rapito dieci mesi fa e ucciso giovedì scorso in Nigeria, durante il blitz condotto contro i sequestratori da forze britanniche e nigeriane. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa esprime ai familiari sentimenti di “vivo cordoglio” per il “grave lutto che li ha colpiti”, assicurando preghiere ed estendendo la sua benedizione a coloro che ieri hanno preso parte alla “celebrazione esequiale ed ai concittadini di Gattinara”.
Il cardinale Bertone conclude il telegramma facendosi vicino, scrive, ai familiari e agli amici di Lamolinara, "incontrati in agosto per sostenere la loro speranza in questo momento tanto difficile”. Il primo agosto 2011, il porporato aveva incontrato la famiglia Lamolinara in occasione della Messa per il suo 20.mo di ordinazione episcopale, presieduta nel Duomo di Vercelli. (A cura di Alessandro De Carolis)
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Lamolinara. Il parroco di Gattinara: grande dignità dei familiari
Sulla tragica morte dell'ostaggio italiano Franco Lamolinara in un blitz delle forze speciali britanniche in Nigeria, Londra ha assicurato piena collaborazione e nei prossimi giorni il ministro degli Esteri Hague sarà a Roma. Lo ha detto il capo della diplomazia italiana Giulio Terzi che questo pomeriggio parteciperà ai funerali di Lamolinara a Gattinara, in provincia di Vercelli. Sempre oggi al Copasir riferirà il direttore dell'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna Santini. Ma come vive la comunità di Gattinara questo giorno di lutto cittadino? Paolo Ondarza lo ha chiesto al parroco della chiesa di San Bernardo don Renzo Del Corno:
R. – La comunità lo vive – qualcuno ha scritto con rabbia, ma non è vero - in un grande silenzio, in un grande rispetto e direi che siamo estranei alle polemiche. Adesso la comunità vuole solo essere vicina alla famiglia.
D. – Don Renzo, come ricorda Franco Lamolinara?
R. – Lo vedevo poco perché lavorava in Nigeria, ma conosco bene la famiglia. Il papà dedicava tutto il tempo alla moglie e ai figli. Franco aveva lavoro anche qui, in Italia, poi ha scelto di andare all’estero per potere contribuire alla famiglia, per mantenere gli studi dei due figli, non per altro.
D. - Lei ha avuto modo in queste ore di essere accanto alla famiglia?
R. – Sì, più volte. Gli eventi li stanno un po’ travolgendo però il messaggio che la famiglia vuole trasmettere è il ringraziamento a tutte le persone che in questi mesi e in questi giorni hanno collaborato al tentativo di liberare di Franco. E’ una famiglia che sta dimostrando una generosità e una dignità straordinaria. Non ho sentito parole di rabbia pur avendo passato parecchie ore con la famiglia.
D. – Nelle ultime ore la famiglia si era detta speranzosa in un rapido rilascio di Franco Lamolinara…
R. – Sì, a Gattinara si respirava un clima di speranza, si cominciava a pensare alla festa per il ritorno… Poi sappiamo tutti com’è andata. Le motivazioni a noi in questo momento non interessano, ciò che importa è che Franco non c’è più. Nei prossimi giorni la famiglia rischia di restare da sola, i figli senza un padre, la moglie senza un marito, ma anche senza sostegno economico. La moglie fatica a mantenere i due figli che studiano. Quindi ci auspichiamo che ci sia un aiuto concreto da parte delle istituzioni, che l’hanno promesso: speriamo venga mantenuto. (bf)
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