Anche non cattolici contrari alla legalizzazione delle unioni omosessuali
I vescovi del Regno Unito a difesa del matrimonio
Londra, 6. Il matrimonio tra un uomo e una donna rimane il fondamento della società e ogni proposito di estendere questo concetto a unioni tra persone dello stesso sesso comporta un passo profondamente radicale: questo è in sintesi il contenuto del messaggio, indirizzato ai cinque milioni di cattolici della Chiesa d'Inghilterra e del Galles, firmato da monsignor Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e del Galles, e da monsignor Peter Smith, arcivescovo di Southwark.
L'edizione di oggi di «Mail online» anticipa i punti essenziali della lettera dei due presuli che verrà letta ai fedeli durante le prossime messe domenicali. Nell'articolo si sottolinea che il messaggio arriva all'indomani delle dichiarazioni di un portavoce di Dowing Street in cui si ribadisce che il primo ministro britannico David Cameron resta favorevole a legalizzare le nozze tra omosessuali. Nelle dichiarazioni viene sottolineato che «il Governo ha messo in chiaro il suo impegno per l'uguaglianza. Pensiamo che la gente debba avere il diritto a un matrimonio civile a prescindere dal loro orientamento sessuale».
Sulla questione nei giorni scorsi era già arrivata la ferma presa di posizione dell'episcopato attraverso un articolo pubblicato, il 4 marzo, dal «The Sunday Telegraph» e firmato dal cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh e presidente della Conferenza episcopale della Scozia. Nell'articolo il porporato ha sottolineato che «un matrimonio tra omosessuali sarebbe uno sconvolgimento radicale di un diritto umano universalmente accettato». Il leader della Conferenza episcopale scozzese ha condannato la decisione del Governo e ha chiesto allo stesso di proteggere, piuttosto che smantellare il matrimonio. «Questa proposta è un tentativo di ridefinire il matrimonio per l'intera società», ha affermato l'arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh, che ha ribadito che «nessun Governo può far valere l'autorità morale per smantellare la definizione universalmente riconosciuta di matrimonio». Il cardinale Keith Michael Patrick O'Brien ha fatto notare che «oggi sono disponibili per le coppie omosessuali tutti i diritti legali» sul piano civile e che «il matrimonio omosessuale eliminerebbe definitivamente nella legge l'idea basilare di una madre e un padre per ogni bambino».
L'annuncio di David Cameron di preparare una «rivoluzione» nel campo del diritto familiare, cioè che «entro il 2015» lo Stato del Regno Unito riconoscerà il matrimonio tra omosessuali, ha provocato forti reazioni da parte di molti leader religiosi, non solo cattolici. L'ex arcivescovo di Canterbury, Lord George Carey, si è opposto alla decisione del premier lanciando la «Coalition for Marriage», che ha già raccolto decine di migliaia di firme di semplici cittadini ma anche di vescovi, esponenti politici ed altri noti personaggi. Per Lord George Carey, il matrimonio fra omosessuali è un «vandalismo culturale». Anche l'arcivescovo anglicano di York, John Sentamu, si è dichiarato contro le aperture del premier inglese alla legalizzazione del matrimonio omosessuale perché «il matrimonio deve rimanere un'unione tra un uomo e una donna».
(©L'Osservatore Romano 7 marzo 2012)
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