Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
I cubani hanno abbracciato Benedetto XVI
Giovanni Trotta
Benedetto XVI è a Cuba, in una delle ultime fortezze di un marxismo ormai superato e sconfitto dalla storia. È a Cuba sulle orme della storica visita del 1998 di Giovanni Paolo II, dalla quale Cuba ha iniziato lentamente a cambiare. E il mondo è ancora cambiato in questi 14 anni. Il Papa, ieri e oggi, si scaglia contro l'embargo americano che contribuisce, insieme con la caduta dell'Urss, a impoverire questo popolo, che però è riuscito in qualche modo a "tararsi" sulla non agevole situazione. È come una medaglia, ha due facce: una di povertà e di dittatura, l'altra di progressi sociali e strutture pubbliche, come quella sanitaria, di tutto rispetto. In ogni caso, a detto di chi ci abita, la popolazione è critica verso il regime ma è assolutamente unita nel grande affetto verso Fidel Castro, considerato il vero padre della patria.
E mentre permane il "giallo" sull'incontro tra il Papa tedesco e il lìder maximo nelle prossime ore, un primo bagno di folla, con oltre 200 mila persone alla messa nella plaza Antonio Maceo di Santiago de Cuba - cui ha voluto partecipare anche il presidente Raul Castro - ha salutato l'arrivo di Benedetto XVI sull'isola. E dopo la prima tappa cubana a Santiago, seconda città dell'isola, il Papa è volato nella capitale l'Avana, dove lo attendono gli incontri con i vertici della Repubblica.
Alla cerimonia di benvenuto all'aeroporto, dove è stato accolto con tutti gli onori, anche militari, comprese 21 salve di cannone, il Papa ha salutato i cambiamenti in corso a Cuba, che «sta guardando già al domani e per questo si sforza di rinnovare e ampliare i suoi orizzonti». In tale contesto, ha offerto la collaborazione della Chiesa, che vuole «servire meglio tutti i cubani». Ha chiesto però ulteriori passi avanti nel rapporto Stato-Chiesa, «specialmente per quanto si riferisce al contributo imprescindibile che la religione è chiamata a a svolgere nell'ambito pubblico della società».
Ratzinger, che sul volo che lo portava in America Latina non aveva mancata di tacciare il marxismo come «un'ideologia che non risponde più alla realtà», ha detto di «portare nel cuore» le «preoccupazioni», le «aspirazioni», gli «aneliti» di tutti i cubani, tra cui anche «i detenuti e i loro familiari», con implicito riferimento a chi è in carcere per motivi politici. Frase significativa in un momento in cui esplode la questione dissidenti, dopo la denuncia di un'ondata di arresti «preventivi» operati dal regime e quella di un «coprifuoco» delle autorità cubane contro gli attivisti dei diritti umani, proprio in occasione della visita del Papa. Raul Castro da parte sua ha colto l'occasione dell'arrivo di Benedetto XVI per sottolineare gli «stretti rapporti» del Paese con la Chiesa cattolica, e nel contempo criticando duramente la politica americana verso L'Avana. La nazione più potente che abbia «mai conosciuto la storia, ha cercato senza riuscirci di toglierci la libertà. Il popolo cubano ha opposto resistenza», ha sottolineato Castro. «Il cerchio nei confronti di Cuba è sempre in piedi, soprattutto nei confronti dei settori dell'economia e della finanza», ha aggiunto, ricordando appunto l'embargo imposto più di 50 anni fa da Washington, accusata di «calunniare» Cuba. Gli Usa hanno voluto «arrecare fame e disperazione» al popolo cubano, ha proseguito il presidente. In questi anni, ha concluso, Cuba è riuscita a cambiare «ciò che doveva essere cambiato, sulle basi delle aspirazioni del popolo», che ha partecipato «liberamente alle decisioni fondamentali della nostra società». Il presidente cubano si è così rivolto a Benedetto XVI: «Santità, Cuba l'accoglie con affetto e rispetto e si sente onorata per la sua presenza», rilevando «gli stretti rapporti» tra la Santa Sede e L'Avana, sottolineando la «soddisfazione» del governo per tali relazioni che - ha ricordato - «si sono sviluppate senza interruzioni per settantasei anni, sempre sulla base del mutuo rispetto e nella coincidenza nei confronti delle questioni vitali per l'umanità», sottolineando che la Costituzione cubana assicura «la piena libertà religiosa» a tutti i cittadini.
La messa è stata celebrata per celebrare il 400° anniversario del ritrovamento della statuetta della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona dell'isola, il cui santuario visiterà prima di partire per l'Avana. Al termine il presidente è saluto sul palco per stringere calorosamente le mani al Papa. «Quando Dio è estromesso, il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l'uomo», ha ammonito nell'omelia Ratzinger, che commentando la scelta di obbedienza di Maria all'Annunciazione ha definito «commovente vedere come Dio non solo rispetta la libertà umana, ma sembra averne bisogno». «L'obbedienza nella fede è la vera libertà - ha detto -, l'autentica redenzione». Ricordando poi che «Dio ha affidato alla famiglia fondata sul matrimonio l'altissima missione di essere cellula fondamentale della società e vera Chiesa domestica», Benedetto XVI si è rivolto agli sposi per dire loro: «Cuba necessita della testimonianza della vostra fedeltà, della vostra unità, della vostra capacità di accogliere la vita umana, specialmente la più indifesa e bisognosa». Intanto un uomo ha cercato di avvicinarsi al palco dove c'era il papa, gridando slogan anticomunisti e per la libertà, venendo portato via. L'episodio di cui ha parlato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi nel corso di un briefing con la stampa subito dopo la celebrazione, è stato filmato dai cameramen della tv colombiana CNnoticias. Nella veloce sequenza si vede come il manifestante viene subito avvicinato da un uomo dei servizi di sicurezza in borghese e colpito al volto con uno schiaffo da uno dei presenti vestito da infermiere. Parlando della possibilità di manifestazioni di oppositori e dissidenti durante la visita del Papa, padre Lombardi aveva commentato che «ognuno ha diritto di manifestare la propria opinione, un'altra cosa è disturbare le celebrazioni religiose»...
Sembra che il presidente venezuelano Hugo Chavez non abbia chiesto di essere ricevuto in udienza dal Papa durante il soggiorno del Pontefice a Cuba, ma lo ha salutato parlando alla tv del suo Paese. A precisarlo è stato il portavoce Vaticano Federico Lombardi precisando che la Sant Sede non ha ricevuto una «richiesta specifica» di Chavez, che si trova a Cuba da sabato scorso per un trattamento di radioterapia. Né il nunzio apostolico cubano né l'arcivescovo dell'Avana, cardinale Jaime Ortega, dispongono di elementi che confermino una richiesta in tal senso. Ma, ha aggiunto, «se il presidente Chavez desidera partecipare alla messa» può farlo, così come tutti coloro che desiderino partecipare. È girata la voce che avesse chiesto un incontro speciale, ma questo non corrisponde a verità», ha concluso.
«Caloroso», «rispettoso» e «affettuso» sono i tre aggettivi che ricorrevano ieri mattina sulla stampa cubana per descrivere l'accoglienza di Cuba all'arrivo di Benedetto XVI. Quotidiani e siti riportano per esteso l'intervento del capo di stato cubano e di quello vaticano. Lo storico Granma, l'organo ufficiale del Partito dedica alla giornata cinque pagine. Nel titolo in prima, con un servizio a tutta pagina: «Raul ha ricevuto papa Benedetto XVI», mentre nell'occhiello si sottolinea come «In nome di tutti i cubani, migliaia di abitanti di Santiago hanno riempito le strade per tributare una calda e rispettosa accoglienza al Sommo Pontefice della Chiesa cattolica».
© Copyright Il Secolo, 28 marzo 2012
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