Finita l'occupazione di una chiesa dell'Avana, il cardinale Ortega convince i dissidenti
Dopo un’occupazione durata due giorni,13 dissidenti cubani hanno lasciato, nella serata di ieri, la Basilica di Nostra Signora della Carità all’Avana.
Il gruppo, evacuato dalla polizia, non ha opposto alcuna resistenza. Durante un colloquio con gli occupanti, il cancelliere dell'arcidiocesi, mons. Ramón Suárez Polcari, aveva ribadito le assicurazioni delle autorità di sicurezza al cardinale arcivescovo dell’Avana Jaime Ortega che i 13 sarebbero stati portati nella sede della polizia per poi lasciarli tornare nelle loro case sotto la protezione della Chiesa e che niente avrebbe potuto compromettere la loro sicurezza. “Si pone fine così – afferma una nota dell’arcivescovado dell’Avana – ad una crisi che non avrebbe mai dovuto verificarsi.
La Chiesa si augura che eventi simili non si ripetano e che l'armonia che tutti desiderano possa essere effettivamente raggiunta”.
Il gruppo si era presentato martedì scorso per consegnare al rettore del Santuario un messaggio per Benedetto XVI, con una serie di rivendicazioni sociali, ma si era poi rifiutato di uscire, di fatto barricandosi all’interno.
È un’azione architettata “con l’apparente scopo di creare situazioni critiche mentre si avvicina la visita di Benedetto XVI a Cuba”, aveva rilevato un comunicato della Curia che così concludeva: “La Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede per tutti” ma nessuno “ha il diritto di trasformare le chiese in trincee politiche.
Nessuno ha il diritto di distruggere lo spirito celebrativo dei fedeli cubani e di molti altri cittadini che attendono con gioia e speranza la visita di Papa Benedetto XVI a Cuba”.
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