Cari amici, in occasione della presentazione del suo libro, Mons. Georg Gaenswein ha affermato che l’immagine che i media danno di Benedetto XVI è distorta.
Niente di piu' vero. Non a caso noi denunciamo questa verita' da anni.
Anzi, forse sarebbe stato il caso di stigmatizzare la situazione prima :-)
Giustamente don Georg parla di immagine distorta che risale agli anni in cui il Papa era ancora cardinale e che e' peggiorata negli ultimi tempi, diciamo dal 2009.
La punta piu' bassa, non serve ripeterlo, si e' toccata nel 2010.
Questa non e' una considerazione di don Georg ma mia.
Riflettiamo un po' sulle affermazioni del segretario del Santo Padre.
Perche' questa ostilita' e' nata prima del 2005 e si e' perpetrata anche dopo l'elezione al Pontificato?
Beh, non e' difficile fare un'analisi.
Siamo un po' tutti vittime delle fiction televisive. Alcuni vivono la loro vita come se fosse una sceneggiata ed altri fanno finta di essere al reality show.
Qualcuno ha forse visto le due fiction su Papa Giovanni?
Io si'! In entrambe chi faceva la parte del cattivo? Ma il cardinale Ottaviani, ovviamente! Il Prefetto del Sant'Uffizio, poi Congregazione per la dottrina delle fede!
Lo stesso destino sarebbe toccato certamente al card. Ratzinger nelle fiction dedicate a Papa Wojtyla se nel frattempo non fosse stato eletto al Soglio Pontificio :-)
Ed e' qui che casca l'asino.
Negli sceneggiati e nei documentari televisivi si tende sempre a presentare fatti, anche storici, con le lenti rosa per cui da una parte ci sono i buoni e dall'altra i cattivi.
E' ovvio che, nell'immaginario collettivo, due Papi "mediaticamente" buoni avevano bisogno di due cardinali "mediaticamente" cattivi che vi si opponevano.
Ed ecco che nella fiction, come nella realta' veicolata dai media, il cattivo di Papa Giovanni era Ottaviani ed il cattivo di Wojtyla non poteva che essere Ratzinger.
Tutto bene? Non direi proprio!
Se e' vero che la Chiesa non e' una democrazia, non e' giusto (dico di piu': non e' cristiano!) che le decisioni "buone" vengano attribuite al Pontefice buono e quelle controverse al cardinale cattivo. Non e' vero pero' il contrario: le decisioni "mediaticamente buone" dei cardinali cattivi non finiscono nel paniere di questi ultimi, ma in quello dei Papi buoni regnanti.
L'abbiamo visto con la Lettera "De delictis gravioribus": quando veniva indicata come la causa di tutti i mali, era frutto della penna del card. Ratzinger, ma quando si e' capito che la lotta alla pedofilia e' iniziata proprio da li', immediatamente, quella epistola e' finita nell'attivo di Giovanni Paolo II.
Stesso dicasi per la ristampa del "Crimen Sollicitationis" del 1962: voluta ed autorizzata da Papa Roncalli, l'istruzione e' stata attribuita alla velocita' della luce al card. Ottaviani.
Strano? No! Ovvio.
Giovanni Paolo II godeva dell'appoggio incondizionato di stampa e televisione ed aveva un apparato comunicativo iperorganizzato. Era facile sostenere il Papa soprattutto perche' si permetteva ai media di prendersela con il cardinale Ratzinger praticamente senza fiatare. O sbaglio?
Come logica conseguenza di queste sciocche semplificazioni mediatiche, ci si sarebbe aspettati che, a partire dal 19 aprile 2005, anche Papa Ratzinger avesse diritto al suo "cardinale cattivo".
Niente di tutto cio': non esiste il "Ratzinger di Ratzinger" e non solo perche' nessuno e' all'altezza del ruolo, ma anche perche' i media hanno continuato a trattare Benedetto XVI come hanno sempre trattato il cardinale Joseph Ratzinger.
Egli era "mediaticamente cattivo"? Tale e' rimasto. Anzi! Il comportamento dei mezzi di comunicazione e' persino peggiorato. L'arma piu' utilizzata? Il continuo ed estenuante confronto con il predecessore.
Nessuno sfugge a questa logica ne' dentro ne' fuori dal Vaticano.
Don Georg ha, quindi, perfettamente ragione a lamentarsi per i fatto che i media danno del Papa un'immagine distorta.
E tuttavia sarebbe anche il caso di chiedersi se la Chiesa Cattolica ha fatto tutto il possibile per supportare il lavoro del Santo Padre.
Chiediamoci: la curia romana, i cardinali, i vescovi, i monsignori, i parroci, i singoli, sono stati di supporto al Papa o, piuttosto, hanno fatto di tutto per rafforzare l'immagine distorta dei media?
La mia risposta e' implacabile e la conoscete tutti: e' stato fatto ben poco per esigere dai mezzi di comunicazione il rispetto della verita'.
Non solo! Si e' permesso a chiunque di attaccare Benedetto XVI, senza controbattere e senza fiatare.
Nel 2009 nessuno ha fatto un passo avanti per assumersi un mignolo di responsabilita'. E' stato Papa Ratzinger a togliere dai guai l'intera curia assumendosi in prima persona colpe non sue.
Tutti contenti, tutti zitti!
E nel 2010? Mai si e' toccato un punto piu' infimo.
Si e' permesso a chiunque di lanciare accuse infamanti sul Papa (e persino sulla sua famiglia) senza intervenire con decisione e risolutezza.
Ancora una volta la Chiesa e' uscita dal disastro grazie unicamente all'esempio del Santo Padre che, nuovamente, si e' caricato delle colpe di tutti e per tutti.
Che cosa ha fatto la curia romana, la struttura che piu' di ogni altra dovrebbe preservare la figura del Papa? Zitta e mosca salvo rare eccezioni.
Ci siamo chiesti molte volte la ragione di certi silenzi e ciascuno, in cuor suo, si e' dato una risposta.
Personalmente sono convinta che la curia abbia fatto una scelta precisa.
Nel momento di massima difficolta' si e' trovata di fronte ad un bivio. Che fare?
Promuovere e spiegare a tutti il lavoro fatto da Ratzinger, cardinale e Papa, oppure tacere lasciando che egli si assumesse ogni responsabilita' anche per quanto accaduto nei precedenti Pontificati?
Si e' scelta la seconda ipotesi.
Tutti noi nella vita facciamo delle scelta ed il Vaticano, nel 2010, ha scelto.
La cosa grave e' che ha costretto anche i fedeli a scegliere. Ed io personalmente ho scelto di difendere, come potevo e posso, il Santo Padre.
Mi permetto di dire che la scelta del Vaticano e' stata alquanto miope perche', consentendo a chiunque di attaccare il Papa, si e' aperto un baratro.
Oggi tutti si sentono autorizzati non solo a colpire Benedetto XVI ma anche a dare addosso all'intera Chiesa.
I risultati della scelta miope del 2010 sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Nulla sara' mai come prima.
E non mi si dica che e' stato il Papa ad imporre ai suoi collaboratori di non preservare la sua immagine!
Se anche cio' fosse vero, la curia romana aveva IL DOVERE di ristabilire la verita' sul lavoro fatto da Ratzinger, cardinale e Papa.
Bastava tradurre immediatamente la Lettera "De delictis gravioribus", bastava tirare fuori dal cilindro le tre lettere scritte dal card. Ratzinger nel lontano 1988 (la "pistola fumante" del suo impegno contro i preti pedofili) ed invece esse hanno visto la luce solo nel dicembre 2010, quando il danno incalcolabile era gia' stato prodotto da mesi.
E la condanna di Maciel? Il comunicato e' stato pubblicato il pomeriggio del 1° maggio, quando nessun vaticanista era all'orizzonte e l'indomani non era prevista l'uscita dei quotidiani.
E' questa l'idea che ha la curia circa la promozione del lavoro del Papa?
Quante volte abbiamo denunciato questi fatti?
Ormai non le conto piu'.
Mi auguro che si valuti seriamente la possibilita' di un incontro fra Benedetto XVI e le vittime di Maciel perche', se esso non avesse luogo, tutto sarebbe ancora piu' chiaro e nessuno sfuggirebbe piu' alle proprie, gravi, responsabilita'.
Il segretario del Santo Padre ha fatto benissimo a denunciare il comportamento dei media ma e' bene che si apra una discussione ancora piu' ampia.
I media danno del Papa un'immagine distorta? Si'!
Il Vaticano ha una qualche responsabilita' in tutto cio'? Si'!
Cambi l'atteggiamento di tutti, media e Vaticano innanzitutto.
Grazie a tutti per la pazienza.
Raffaella
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11 commenti:
L’apparato comunicativo che sosteneva papa Woityla non era irresistibile: ricordo la buffa (si fa per dire) storia del falso incontro con Rigoberta Manciù che fu descritto da Navarro Valls anche nei particolari e che era un puffo. Mi pare di ricordare accadde in aereo durante un viaggio pastorale.
Immaginate cosa succederebbe se padre Lombardi si inventasse (e si scoprisse che non è vero) che papa Benedetto ha incontrato Castro con tanto di particolari romanzati. Ehehehe , cascherebbe il mondo….
Cosa voglio dire? Che per GPII era scattato un meccanismo di omologazione alla celebrazione. In realtà era scattato almeno 10 anni dopo l’elezione, dieci anni in cui fu anche insultato e osteggiato, pure da parte dei vescovi italiani. Ma scattata la giubilazione collettiva, dopo fu tutto perdonato. Complice anche la malattia, certo.
Per Benedetto è vero che ha svolto il suo compito di Prefetto sotto il tiro incrociato di tutti, a livello internazionale. Non so per quale arcana ragione si sia creduto che la lapidazione sarebbe cessata con la nomina a Pontefice. E infatti non è cessata. Adesso che è più anziano i soliti avvoltoi temono che l’età e la malattia facciano tenerezza (come la chiama Politi) e si dimentichi il passato. E difatti hanno dirottato le pietre sul Segretario di Stato, in questo supportati da chi Bertone non l’ha mai potuto soffrire e che non perde occasione per farlo a pezzi e su qualsiasi questione.
La Curia? La Curia ha dato in molteplici occasioni di pavidità, è vero. Non credo ci siano abitualmente dei cuor di leone lì, ma bisogna anche dire che il tiro incrociato che ha dovuto sopportare Benedetto non è per palati ordinari. Ci voleva un coraggio cospicuo. Ma non si è visto. E’ una cosa deprimente, ma non sorprendente.
Che questa ignavia ricada e ricadrà sulla Curia e su vescovi e cardinali è possibile , non posso fare a meno di dire che non è certo la prima volta che succede nella storia della Chiesa.
E’ venuto un Papa grandissimo con la voce bassa e rispettosa, generoso, paziente , coraggioso e con un cervello che non sta dentro al Palazzo apostolico intero. E gli altri sono stati a guardare, magari scendendo nei sotterranei quando piovevamo le pietre della disinformazione, dell’insulto e della malafede. Mentre lui rimaneva con dignità al suo posto. Dove noi vogliamo che rimanga ancora per molti anni.
Ringrazio noi per la pazienza e noi ringraziamo te per l'impegno, anche se, putroppo, sono certa che certi pregiudizi non verranno mai meno e certi stereotipi non cadranno mai. Chi segue il Papa e Lo ama davvero sa bene come stanno le cose e non si cura dei giudizi dei media che sono superficiali, inesatti e ingiusti.Per gli altri, smbra che i ltempo si sia fermato al 2 aprile del 2005. Poveretti
parole sante Laura. "Poveretti" è il termine giusto.
Lo schema del "Papa Buono", dedito solo a "comprendere", a sorridere e a benedire (santi e assatanati), cara Raffaella, risale appunto ai tempi del beato Giovanni XXIII.
Esso significava: "Popolo (bue), eccoti un'immaginetta da coccolare; Noi (Illuminati di Chiesa e di anti-Chiesa), nel frattempo, ci dedichiamo a "convertire la Chiesa al Mondo Moderno" ".
Il beato Giovanni Paolo II, come Mariateresa ricorda, fu a lungo bersagliato in tutti i sensi (anche in quello del 13/5/1981); poi lo si dipinse come "buono", proprio mentre, al contrario, usciva la "Dominus Iesus" (2000) su Cristo unico Salvatore, si moltiplicavano i richiami al culto eucaristico e alla continuità tra Messa tradizionale e Messa in lingua volgare, veniva canonizzato san Pio da Pietrelcina (2002).
Non avranno pace finché il Papa (chiunque sia) non dica "io sono il vescovo di Roma, funzionario religioso dello Stato Italiano e delle Nazioni Unite": cioè mai
Caro Andrea, non fa una grinza che un Mancuso (per quanto amico personale del defunto) vada sull'altare a proclamare la prima Lettura della Messa per l'anima di Dalla in San Petronio, mentre vengono minacciati o sospesi i sacerdoti più ortodossi e che amano il rito tradizionale...Mysterium iniquitatis.
D'accordo con Andrea.
Non avranno pace finchè Cristo sarà annunciato, da qualsivoglia Papa, come presente nella Chiesa che è Sua.
Non avranno pace finché il Papa sarà il Papa.
Cioé mai. Appunto.
Per Anonimo: non vedo la connessione con la questione dell'immagine del Papa. Tuttavia è certo che l' "adattamento al Mondo", di cui parlavamo, abbia fatto passi da gigante, e che oggi si sia arrivati a una sorta di resa dei conti.
Su "La Bussola Quotidiana" c'è un articolo (scritto da un sacerdote) che attacca direttamente "Famiglia Cristiana" e "Avvenire" per l'ampia ospitalità data alle tesi ereticali di Enzo Bianchi.
Se poi vogliamo accennare ai Lefevriani, messi "alle strette" dal Papa, il mio auspicio è che scendano dalla cattedra che si sono auto-assegnati e che ringrazino Dio che non abbandona la Sua Chiesa, neanche in tempi così cupi
Condivido e sottoscrivo il tuo commento Raffaella e credo che ci sia ben poco da aggiungere! Purtroppo, credo che nonostante ci si sforzi di far crollare gli stereoptipi appioppati a Benedetto XVI, certa gente, non cambierà mai nei suoi confronti e questo mi dispiace.................. mi dispiace per Benedetto perchè non merita quello che sta sopportando da quando è stato eletto e devo dire mi dispiace anche per quelli che si divertono ad offenderlo, paragonandolo in continuazione al beato perchè non sanno cosa perdono! Peraltro, portando avanti questo insulso ed ignobile paragone, dimostrano di non aver rispetto ne per il beato ne per il suo successore!
Grazie, Andrea. La connessione? A mio modesto avviso son tutti epifenomeni della stessa, grande, epocale "resa dei conti".
Grazie a lei, caro Anonimo.
Dio ci assista e Viva il Papa!
27 anni di pontificato di cui la metà più o meno di apoteosi,nessuna scalfitura e nessun cedimento sul mio proposito di lasciar definitivamente perdere la chiesa cattolica,ma è proprio vero che Dio scrive dritto su righe storte,è bastata una messa funebre celebrata da uno sconosciuto cardinale dal nome tedesco,il breve spazio di una omelia bellissima e toccante,l'incontro fulminante con una delle maggiori intelligenze di tutti i tempi,un affetto sincero che dura da 7 anni e che vorrei non finisse mai,un grazie a Dio per il dono duplice di una fede rinnovata e dell'ascolto di questo straordinario maestro;un grazie anche all'autrice del blog,la nostra Raffy-Giovanna d'arco e W Benedetto,sempre!GR2
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