Vaticano/ Scontro interno dopo Vatileaks, interviene il Papa
Dopo fughe di notizie e veleni su vertici istituisce commissione
Città del Vaticano, 16 mar. (TMNews)
Interviene il Papa per placare lo scontro interno innescato dalle recenti fughe di notizie di documenti riservati del Vaticano.
Un flusso continuo - soprannominato 'Vatileaks' dal portavoce della Santa Sede Federico Lombardi - che ha portato alla pubblicazione, nelle scorse settimane, di 'memo' classificati e lettere private su diverse testate italiane ('Gli Intoccabili', 'Fatto quotidiano', 'Repubblica', 'Chi l'ha visto?'). Che ha messo in forte imbarazzo i vertici della Segreteria di Stato, a partire dal cardinale Tarcisio Bertone. E che ha spinto ora Ratzinger a istituire una commissione "per far luce sull'intera vicenda".
La fuga di notizie ha avuto fin da subito una ricaduta interna e una esterna. Per un verso il Vaticano nelle scorse settimane ha pubblicato una serie di note, spiegazioni e dichiarazioni per affrontare i problemi indicati dai documenti riservati: dal bilancio del Governatorato al ruolo dell'ex segretario generale Antonio Maria Viganò, dalle norme anti-riciclaggio alla posizione dello Ior, dal caso di Emanuela Orlandi all'idea di un complotto ai danni del Papa. Per un altro verso, gli uomini del Papa si sono posti la questione di quale fosse la 'talpa' (o il 'corvo') che faceva uscire i documenti dalle mura Leonine. E perché.
"La responsabilità c'è dall'una e dall'altra parte. Anzitutto da parte di chi fornisce questo tipo di documenti, ma anche di chi si dà da fare per usarli per scopi che non sono certo l'amore puro della verità", ha avuto a commentare il portavoce vaticano Federico Lombardi. Che, dopo aver ricordato la "purificazione e rinnovamento" promossa dal Papa per far fronte alla pedofilia del clero e l'impegno "serio" per "garantire una vera trasparenza del funzionamento delle istituzioni vaticane anche dal punto di vista economico", ha concluso: "Chi pensa di scoraggiare il Papa e i suoi collaboratori in questo impegno si sbaglia e si illude".
La questione di individuare i 'corvi' è divenuta tanto più imprescindibile perché nel corso del tempo nel Palazzo apostolico ha preso corpo il sospetto che l'obiettivo finale della fuga di notizie fosse molto alto. Bertone, se non il Papa. Il quadro fatto emergere ad arte, infatti, non è solo quello di divergenze tra maggiorenti vaticani e veleni incrociati, riecheggiati non di rado dalla stampa, ma quello di un governo della Chiesa mondiale allo sbando. Che avrebbe bisogno - è il ragionamento - di un ricambio. Tanto che sono iniziate a circolare voci di un pre-pensionamento di Bertone in occasione del suo 79esimo compleanno il prossimo due dicembre, di una sua sostituzione con personalità come il cardinale argentino Leonardo Sandri, una vita nell'entourage di Wojtyla, o - ipotesi subito sparita - dell'affiancamento a Bertone di un pro-segretario di Stato. E tanto che, senza ricollegarsi a 'Vatileaks', giornali come 'Foglio' e 'Libero' hanno riproposto l'ipotesi di dimissioni anticipate del Pontefice.
Ora è lo stesso Benedetto XVI ad intervenire. In una inconsueto colloquio con il direttore dell''Osservatore romano', il 'Sostituto' della Segreteria di Stato, mons. Giovanni Becciu, ha infatti confermato - come riportato da 'Tmnews' e smentito da altre fonti di informazione - che è in corso un'indagine interna. Anzi, "la Segreteria di Stato - scrive Giovanni Maria Vian - ha disposto un'accurata indagine che riguarda tutti gli organismi della Santa Sede: a livello penale condotta dal Promotore di giustizia del Tribunale vaticano e a livello amministrativo svolta dalla stessa Segreteria di Stato, mentre una superiore commissione - si legge ancora sull''Osservatore romano' - è stata incaricata dal Papa di fare luce sull'intera vicenda. 'L'auspicio è che si ricomponga la base del nostro lavoro: la fiducia reciproca', che ovviamente presuppone 'serietà, lealtà, correttezza'", commenta Becciu, braccio destro di Bertone, 'primo ministro' della burocrazia vaticana.
"Benedetto XVI, nonostante il dolore che tutto ciò gli procura, 'ci incoraggia tuttavia - afferma ancora monsignor Becciu - a guardare avanti, e la sua testimonianza quotidiana di serenità e di determinatezza è uno stimolo per tutti noi'". Non solo. "Negli ultimi tempi 'qualcuno mi ha confidato che si vergognava di dire che lavorava in Vaticano - continua monsignor Becciu - e io gli ho risposto: alza la testa e siine invece fiero'. I pochi che si sono comportati slealmente 'non devono offuscare questa realtà positiva'. Nei loro confronti l'arcivescovo usa parole dure: guardino piuttosto alla loro coscienza, perché è 'slealtà' e 'vigliaccheria' approfittare di una 'situazione di privilegio' per pubblicare documenti verso i quali 'avevano l'obbligo di rispettare la riservatezza'".
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