Domenica il Pontefice visita la parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle nella periferia sud di Roma
Nella «navicula Petri» al Torrino
Ha il profilo di una cattedra, che svetta tra i nuovi quartieri di Poggio Torrino e Torrino nord, la parrocchia romana dedicata al patrono degli educatori e degli insegnanti, il santo francese Giovanni Battista de La Salle.
Una vocazione educativa, nel titolo e nei fatti, che domenica 4 marzo la comunità presenta a Benedetto XVI, vescovo di Roma, e a sua volta maestro ed educatore, che l'ha scelta per la tradizionale visita pastorale nel tempo quaresimale.
Proprio l'educazione e la formazione sono la quintessenza della missione della comunità, fondata nell'anno giubilare del 2000. La nuova chiesa è stata consacrata nel 2009, dopo tre anni vissuti dai fedeli come ospiti dell'Istituto Santa Chiara; tre anni e mezzo in un prefabbricato e altri tre in un garage in affitto.
E sempre dal 2009 alla guida della comunità c'è don Giampaolo Perugini. Quarantotto anni, marchigiano di origine e laureato in ingegneria civile edile, ordinato nel 1996, sarà lui ad accogliere il Papa domenica mattina alle 9, con il cardinale vicario Agostino Vallini e il vescovo ausiliare del settore sud della diocesi, monsignor Paolo Schiavon. E con i due giovani viceparroci: il trentaquattrenne don Alessandro Di Medio, filosofo laureato alla Statale di Milano, appassionato di rugby, e il trentasettenne giapponese don Hiroto Tanaka: nato in una famiglia buddista si è battezzato con il nome di Giovanni nel 1989 convertendo anche i genitori, il fratello e la sorella. Ottimo calciatore, dicono i giovani della parrocchia. Per il Papa, don Hiroto ha decorato un cero pasquale e domenica glielo consegnerà personalmente. Con la parrocchia collabora anche il quarantaseienne romano don Francesco Indelicato, sacerdote da dieci anni con un passato da tassista e giornalista di «Avvenire» e oggi addetto dell'Ufficio comunicazioni sociali diocesano.
Il profilo di una cattedra non sarà l'unica bella sorpresa per il Pontefice, al suo arrivo nella chiesa del Torrino. Il presbiterio infatti ha la forma di una barca, la navicula Petri appunto. Il pavimento richiama proprio il pontile di una nave, le vetrate hanno la forma delle vele e il fonte battesimale della prua. Un riferimento artistico -- con fine catechetico -- che la comunità, soprattutto in questi ultimi giorni di preparativi spirituali oltre che logistici, ha tradotto in riflessione e preghiera. Il parroco ha puntato su due temi forti: la figura e l'insegnamento del Papa e l'opera del patrono san Giovanni Battista de La Salle che, tra il Seicento e il Settecento, ha inventato e messo in atto un metodo educativo scolastico all'avanguardia e gratuito.
Approfondimenti che hanno potuto contare anche su altri elementi presenti all'interno della chiesa. Infatti nell'abside c'è un prestigioso dipinto di sessantacinque metri quadrati realizzato nel 1960, con la tecnica di pittura mista a olio e tempera su muro, dall'artista Mario Caffaro Rore (1910-2001), raffigurante proprio san Giovanni Battista de La Salle tra i bambini. È un dono alla diocesi di Roma dei Fratelli delle Scuole Cristiane, la congregazione religiosa fondata dal santo, che lo conservava nell'Istituto La Salle di Torino. Ancora, sotto l'altare, oltre alla reliquia del santo patrono, ci sono quelle di san Giovanni Maria Vianney (a ricordo dell'Anno sacerdotale), di santa Giovanna Francesca di Chantal (per il giorno in cui è avvenuta la dedicazione della nuova chiesa) e del beato Giovanni XXIII (per riaffermare la consapevolezza di essere parte della diocesi del Papa).
È una parrocchia giovane, affidata a sacerdoti giovani per uno dei quartieri più giovani di Roma. La fotografia sociale del Torrino nord ha contorni ben definiti. Dodicimila abitanti, soprattutto famiglie (oltre tremila) composte appunto da giovani coppie, con figli piccoli o anche adolescenti. Proprio la presenza di tanti bambini e ragazzi conferisce alla parrocchia una particolare «vocazione educativa», secondo la caratteristica del suo santo patrono. In questa direttrice ecco l'impegno forte della comunità attraverso l'oratorio -- con musica, arte e sport che vanno a braccetto in un progetto di formazione umana e cristiana -- e una variegata presenza di gruppi parrocchiali. Domenica per il Papa, proprio a riassumere tutte le attività, è pronto un regalo speciale: la maglietta dell'oratorio con stampato il nome Benedetto.
Insomma, ai più giovani la parrocchia si presenta con una proposta alternativa ai pomeriggi buttati via nel vicino centro commerciale Euroma2 e allo Stardust village, parco di divertimento con cinema e sale giochi. È, dunque, una pastorale mirata alla formazione che può contare anche su un complesso parrocchiale con ampi spazi e stanze per il catechismo finalmente adeguate: per anni, prima della costruzione della nuova chiesa, la catechesi per i Sacramenti veniva fatta, con enormi disagi, nelle aule del vicino istituto statale Orsa Maggiore che il dirigente scolastico aveva messo a disposizione della parrocchia. Così, in questa ottica, un altro regalo già confezionato per il Papa assume un significato particolare: le lettere e i disegni dei bambini, con tutta la loro dirompente carica di speranza e spontaneità.
(©L'Osservatore Romano 4 marzo 2012)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento