Commosso per la calorosa accoglienza ricevuta il Papa parte alla volta di Cuba, seconda tappa del viaggio
Con il Messico nel cuore
Benedetto XVI si accinge a partire per Cuba portando il Messico nel cuore.
Lo ha confidato lui stesso alla piccola folla di persone che domenica sera, 25 marzo, lo ha atteso dinanzi alla sua residenza messicana per fargli festa e salutarlo alla vigilia della sua partenza. «Cari amici — ha detto parlando a braccio — grazie moltissimo per questo entusiasmo. Sono molto felice di essere con voi. Ho fatto tanti viaggi, ma mai sono stato ricevuto con tanto entusiasmo. Porterò con me, nel mio cuore, l’impressione di questi giorni. Il Messico sarà sempre nel mio cuore».
Una testimonianza di affetto che il Pontefice ha ribadito assicurando: «Posso dire che già da anni prego ogni giorno per il Messico, ma in futuro — ha aggiunto — pregherò ancora, molto di più. Adesso, posso capire perché Papa Giovanni Paolo II ha detto: “Io mi sento un Papa messicano!”». E ha concluso: «Cari amici, anche se sono felicissimo di questo incontro, perdonatemi se mi ritiro perché domani sarà un giorno esigente. Concludo questa giornata con la mia benedizione. Buona notte!».
La domenica trascorsa in terra messicana — dalla quale Benedetto XVI si congeda lunedì mattina per raggiungere Cuba — era iniziata con il forte appello «al rispetto, alla difesa e alla promozione della vita umana» lanciato durante l’Angelus al termine della messa nel Parco del Bicentenario, a León, alla presenza di oltre mezzo milione di fedeli. Ed era proseguita con l’invito a stare sempre «dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o dalla ricchezza» rivolto ai vescovi del Paese e di tutta l’America latina in occasione dei vespri nella cattedrale. Al termine della giornata, la cena offerta in onore dei presuli e delle autorità, alla quale aveva partecipato il cardinale Bertone, segretario di Stato.
(©L'Osservatore Romano 26-27 marzo 2012)
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