venerdì 23 marzo 2012

Benedetto XVI verso il Messico. Il cardinale Barragan: il Papa messaggero dell'amore di Dio per l'America Latina (Radio Vaticana)

Benedetto XVI verso il Messico. Il cardinale Barragan: il Papa messaggero dell'amore di Dio per l'America Latina

Guanajuato e León sono le città messicane che da oggi vedranno la presenza del Papa fino al pomeriggio, ora locale, di lunedì prossimo, quando Benedetto XVI partirà alla volta di Cuba. Migliaia di persone stanno convergendo da tutto il Messico verso queste due località, dove fervono gli ultimi preparativi e dove cresce l'attenzione mediatica internazionale. Da León, il racconto del nostro inviato, Giancarlo La Vella:

Cinquecentomila pellegrini, duemila giornalisti di 500 testate di tutto il mondo, per stampa, radio, televisioni e web. E ancora: 15 mila invitati speciali per la messa al Parco del Bicentenario di domenica prossima, quattro unità sanitarie d’emergenza, con 10 ambulanze e 40 posti letto ciascuna. Il tutto sotto il controllo di almeno tremila fra agenti della polizia federale e militari. Questi i numeri del viaggio del Papa, che inizierà ufficialmente tra alcune ore con il benvenuto delle autorità a Benedetto XVI. C’è già attesa per le prime parole che il Santo Padre rivolgerà, a sua volta, allo Stato di Guanajuato e a tutto il Messico, che per la sesta volta riceve la visita di un Papa. Dopo la cerimonia di saluto, Benedetto XVI si trasferirà nel Collegio della Santissima Vergine di Miraflores, un grande complesso scolastico gestito dalle Suore Serve della Santissima Eucarestia e della Madre di Dio, che sarà la residenza pontificia durante la permanenza del Santo Padre in Messico. E ieri, alla presenza delle autorità religiose e civili del Paese, l’inaugurazione della sala stampa, punto di riferimento per i giornalisti che seguiranno il viaggio. Un viaggio che avviene in Quaresima e si proietta verso la Pasqua di Resurrezione: un aspetto, questo, fortemente emblematico per il Messico di oggi. Sentiamo il nunzio apostolico nel Paese latino-americano, mons. Cristophe Pierre:

“Io penso che la Quaresima dica molto al popolo messicano ed è significativo che il Papa venga proprio alcuni giorni prima della Pasqua di Resurrezione. Certamente il Papa ci aiuterà a sperimentare la presenza di Cristo. La celebrazione principale sarà la Santa Messa, vicino alla Montagna del Cubilete, dove si incontra Cristo, Cristo Re, Cristo che apre le sue braccia per accoglierci. Il Papa è un missionario di Cristo, di Cristo Resuscitato, di Cristo che ci ama”.

E per quanti vorranno seguire la visita del Papa sul web, già da diverse settimane è in funzione il sito ufficiale della visita apostolica, www.benedictomexico.mx, promosso dalla locale Conferenza episcopale. Oltre alla biografia del Papa, il sito presenta i dettagli della visita papale corredati da foto dei luoghi, dall’itinerario, dal programma generale, i discorsi e le celebrazioni. Proprio attraverso questo sito, è stato possibile raccogliere l’adesione dei tanti giovani che prestano la loro opera di volontariato in questi giorni.

Tra circa dieci ore, dunque – quando in Messico saranno le 16.30, le 23.30 in Italia – Benedetto XVI atterrerà all’aeroporto di León. Quella messicana è una società che oggi si sta molto impegnando per risolvere gravi problemi sociali e le ricadute della crisi economica globale. Il nostro inviato in Messico, Giancarlo La Vella, ne ha parlato con il cardinale Xavier Lozano Barragan, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, al seguito del Papa in questa visita apostolica:

R. – Lo spirito nella profondità e nell’unità è la fortezza che il Papa ci infonde, l’unità è nel Signore. Ci dà poi la fortezza per andare sempre avanti. Questa è la funzione del Papa.

D. – Il popolo messicano come vive valori importanti, ad esempio la difesa della vita?

R. – Prima di tutto dobbiamo dire che lo scopo del Papa, andando lì, si estende a tutta l’America Latina, non soltanto al popolo messicano, perché lui va specificatamente per celebrare il bicentenario dell’indipendenza di tutti i nostri popoli – 22 nazioni – e va per confermarci nella nostra identità e aprirci verso il futuro. Certamente, poi, si basa sulla dignità della persona umana, anche sulla difesa della vita, ma prima di tutto si basa su quello che il Signore Gesù è per noi tutti: la radice della nostra unità e fortezza, della quale è rappresentante, come successore di San Pietro, Benedetto XVI.

D. – Il Messico è un Paese con alcuni problemi sociali, ma con una grande fede. Ecco, come si coniugano questi due aspetti?

R. – Riguardo ai problemi sociali, non sono minori di quelli che hanno in Europa con la crisi, ma sotto l’aspetto economico, la nostra crescita, nel 2011, è stata del 2,5%, cosa che non è successa in nessun Paese in Europa. Parlare allora dei problemi sociali come di un qualcosa di specifico del Messico è un errore. Quello che abbiamo sono le mafie del narcotraffico di tutto il mondo, che si concentrano adesso in Messico, avendo 3500 chilometri di frontiera con gli Stati Uniti: ci sono 20 milioni di consumatori di droga e i principali boss della droga di tutto il mondo con i quali, disgraziatamente, prospera anche il traffico di armi. Questo è un problema molto serio, come pure il riciclaggio di denaro che si fa negli Stati Uniti e il traffico di persone. Tutto questo è contro la vita della persona umana, contro la stessa sovranità nazionale e penso che, in occasione della visita del Papa, si debbano rivedere a fondo questi nostri rapporti internazionali, per restare proprio sulla scia della vita.

D. – Il Papa porterà sicuramente anche un messaggio d’amore...

R. – Sì, certamente. Il Papa fa un viaggio pastorale, cioè un viaggio in nome del Signore Gesù, al di là degli interessi economici o politici di qualsiasi nazione. Il Papa va per confermarci nella fede del Signore, come un incontro con il Signore Gesù, che ci fa tutti fratelli e perciò ci parla dell’amore effettivo, non soltanto fatto di parole, ma effettivo, che abbraccia l’economia, la politica, la cultura: tutto, davvero tutto. (ap)

In sintonia con le convinzioni del cardinale Barragan è la comunità cattolica del Messico, che non nasconde la speranza che la presenza di Benedetto XVI porti a uno salto di qualità nella sfera dei rapporti tra Chiesa e Stato. Lo conferma padre Jorge Raul Villegas Chavez, portavoce dell'arcidiocesi di León, intervistato da Giancarlo La Vella:

R. - Noi auspichiamo che, una volta terminata la visita del Papa, rimanga la speranza. Siamo un popolo che ha bisogno di speranza. Noi abbiamo diversi problemi legati allo sviluppo del nostro Paese: ci sono molte difficoltà politiche, economiche e di carattere religioso. Le difficoltà legate alla libertà religiosa sono tema difficile da affrontare. Speriamo che dopo la visita del Papa, ci siano degli sviluppi positivi che portino a una maggiore chiarezza nel rapporto tra governo e la Chiesa riguardo la libertà religiosa. Noi abbiamo necessità di un’autentica libertà religiosa.

D. - Una visita questa di Benedetto XVI che avviene in vista della Pasqua. Anche questo è un aspetto molto simbolico: la resurrezione che il popolo messicano anela da tempo...

R. - E' una visita che implica senso di dono da cui aspettiamo la resurrezione. Dopo la visita, il Messico dovrebbe resuscitare.

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