All’arrivo in Messico il Papa invoca il superamento delle rivalità e ricorda che nessun potere ha il diritto di disprezzare l’uomo
La speranza in Dio cambia la vita
La speranza in Dio cambia la vita di ogni uomo e di ogni donna. La cambia «in maniera reale». Per questo gli uomini e le donne del Messico sono chiamati a viverla come «una convinzione profonda, trasformandola in un atteggiamento del cuore e in un impegno concreto» per costruire «un mondo migliore».
Accolto da una calorosa festa di popolo, con migliaia di persone accalcate lungo il percorso dall’aeroporto di Guanajuato a León, il Papa è entrato subito nel vivo di un viaggio che — ha detto rispondendo al saluto del presidente Calderón durante la cerimonia di benvenuto svoltasi venerdì 23 marzo — vuole rivolgersi a «tutti i messicani e raggiungere le nazioni e i popoli latinoamericani». Per invitarli a superare «nuove e antiche rivalità, risentimenti e forme di violenza» in vista di una stagione di concordia e di «autentico sviluppo integrale».
In questa opera di riconciliazione la Chiesa vuole fare la sua parte. Lavorando anzitutto a «una convivenza rispettosa e pacifica, basata sulla dignità di ogni persona umana, che nessun potere ha il diritto di dimenticare o disprezzare». E poi assicurando il suo sostegno a «coloro che patiscono la fame, sono privi di dimora, sono infermi o bisognosi in qualche aspetto della loro esistenza». Perché nessuno — ha ribadito il Pontefice — può essere «escluso per la sua origine o le sue convinzioni dalla missione della Chiesa».
(©L'Osservatore Romano 25 marzo 2012)
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