Usa: nuova nota dei vescovi in difesa della libertà religiosa
I vescovi degli Stati Uniti resteranno uniti e sono fermamente determinati a continuare la loro battaglia in difesa della libertà religiosa presso i tribunali, il Congresso e la Casa Bianca.
È quanto ribadisce la Conferenza episcopale (Usccb) in una nuova nota diffusa ieri in merito alla vexata quaestio dell’obiezione di coscienza rispetto alla riforma sanitaria. Il nodo del braccio di ferro con l’Amministrazione Obama è l’obbligatorietà dell’assistenza alle pratiche abortive e della prescrizione di anticoncezionali anche in strutture ospedaliere amministrate da organizzazioni religiose.
Un nodo che, a giudizio dei vescovi, resta aperto nonostante la revisione delle controverse linee guida del Department of Health and Human Services (Hhs) annunciata dalla Casa Bianca il 10 febbraio scorso. Per l’episcopato, infatti, non è accettabile l’ipotesi che proprio questo dipartimento federale possa decidere il modo in cui si debba esercitare il ministero della Chiesa. “Non spetta al Governo definire cosa è da considerare attività religiosa”, ribadisce la nota intitolata “Uniti per la libertà religiosa”. Così facendo “la Hhs crea e applica una nuova distinzione – estranea alla tradizione cattolica e all’ordinamento federale – tra i nostri luoghi di culto e la nostra grande opera di apostolato al servizio dei poveri, dei senza casa, dei malati, degli studenti nelle nostre scuole e università e di tutte le persone bisognose, quale che sia la loro appartenenza religiosa”.
Questa definizione, evidenzia la dichiarazione, “crea una cittadinanza di serie B nella nostra comunità religiosa” che potrebbe entrare nell’ordinamento federale “minando la sua sana tradizione di generoso rispetto della libertà religiosa e della diversità”. Secondo i vescovi americani, non è in gioco una presunta “volontà della Chiesa di imporre qualcosa a qualcuno”, bensì quella “del Governo federale di costringere la Chiesa, con i suoi fedeli e istituzioni, salva qualche eccezione, ad agire contro i propri principi”. La nota annuncia quindi che la Commissione ad hoc della Usccb per la libertà religiosa pubblicherà a breve una dichiarazione che affronterà il tema in una prospettiva più ampia. In particolare, il documento “rifletterà sulla storia della libertà religiosa nella nostra grande Nazione; passerà in rassegna tutte le attuali minacce a questo principio fondamentale ed evidenzierà la determinazione dei vescovi ad intervenire con fermezza in sua difesa, di concerto con i cittadini americani”. I vescovi concludono quindi con un appello ai cattolici e a tutti i credenti a unirsi in preghiera per i leader del Paese e “per la protezione della nostra prima libertà - quella religiosa - che non è solo tutelata dalle leggi e costumi del nostro grande Paese, ma è radicata negli insegnamenti della nostra grande tradizione”. (A cura di Lisa Zengarini)
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5 commenti:
Pur sapendo che negli USA "tutto" si gioca sulla parola "libertà", ripeto ciò che dissi tempo fa sul medesimo argomento: è risibile battere il tasto dei diritti di libertà di un gruppo (Cattolici), quando vengono violati sistematicamente ben più concreti diritti: quelli dei nascituri a non essere uccisi
OT un libro di don Georg su papa Benedetto: raccoglie pareri e testimonianze di personaggi famosi
sul Papa
http://www.periodistadigital.com/religion/vaticano/2012/03/15/religion-iglesia-libro-alemania-famosos-papa-secretario.shtml
c'è anche un filmato sul viaggio in Germania
Il mandato di Obama non riguarda per nulla "l’obbligatorietà dell’assistenza alle pratiche abortive in strutture ospedaliere amministrate da organizzazioni religiose", non c'entra nulla con l'aborto, ma riguarda solo l'inclusione degli anticoncezionali nelle coperture assicurative pagate dai datori di lavoro ( anche quelli religiosi) a favore dei dipendenti.
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-500-leader-in-campocontro-obama-4699.htm
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-la-chiesa-usa-obama-rinnega-la-costituzione-4529.htm
L'aborto, in conformità alle "regole" fatte passare in sede internazionale, è considerato parte integrante della "salute riproduttiva". Chi gli si oppone è perciò "contro la salute"
Andrea si sta parlando del mandato e nel mandato in discussione non si parla dell'aborto, ma qualcuno -e non sto parlando dei vescovi americani che lo sanno benissimo- lo vuole tirare dentro ogni argomento a tutti i costi.
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