Si concludono gli esercizi spirituali in Vaticano. P. Lombardi: il silenzio aiuta a capire ciò che conta
Si concludono questa mattina gli esercizi spirituali della Quaresima in Vaticano. Il tema dell’ultima meditazione offerta a Benedetto XVI e ai membri della Curia Romana dal cardinale arcivescovo di Kinshasa, Laurent Monsengwo Pasinya, ha riguardato il rapporto tra “Amore e fede”. Sul significato del ritiro spirituale vissuto in questi giorni dal Papa e dai suoi più stretti collaboratori si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per “Octava dies”, il settimanale d’informazione del Centro Televisivo Vaticano:
Fedele a una tradizione di ormai molti anni, il Papa ha dedicato la prima settimana di Quaresima al ritiro spirituale, accompagnato da un buon numero di suoi collaboratori. Non incontri e discorsi, ma silenzio e preghiera. Naturalmente il credente cerca di vivere ogni giorno tempi o momenti di silenzio e preghiera, ma questa pausa quaresimale più ampia dice un bisogno più intenso e diventa anche per noi un segno e un esempio più forte. Nel recente messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali – “Silenzio e Parola” – il Papa ha messo bene in rilievo che il silenzio apre lo spazio dell’ascolto, ascolto degli altri e ascolto di Dio, che è la premessa per una comunicazione degna di questo nome, con gli altri e con Dio. E poi: “Dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti – ha aggiunto – il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio”. Il rischio che l’accumulo dei messaggi sia tale da dominarci e imprigionarci è incombente, e poiché va sempre crescendo, difficilmente lo controlleremo correndo affannosamente dietro la loro sconfinata molteplicità. E’ più utile essere capaci di tempi di silenzio vero, in cui si possano sentire anche messaggi più profondi o identificarne la presenza in mezzo agli altri, e di qui ripartire per “mettere ordine nella propria vita”, nel flusso di parole che è oggi una dimensione affascinante ma drammatica della nostra condizione di vita. Come ricordare ad esempio – se no – che Gesù Cristo è morto e risorto per noi, luce per il nostro cammino?
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