sabato 17 marzo 2012

Pseudo-Berlicche scrive al nipotino pseudo-Malacoda per raccontargli un suo terrificante incubo su Papa Benedetto...da non perdere!

Carissimi amici, grazie alla preziosissima collaborazione dei servizi segreti, terrestri ed infernali, siamo venuti in possesso di una lettera inviata da un diavolo ad un altro povero (ehm...scusate il francesismo) diavoletto. Pubblichiamo per intero la missiva con un avvertimento: si tratta di materiale "scottante" :-))
Ringraziamo come sempre lo "zio" per averci fatto sognare anche se, per lui, si e' trattato di un incubo...

R.

Caro pseudo-Malacoda,

ho avuto un incubo, un incubo in una notte di fine inverno, mentre mi concedevo un po’ di riposo al termine del mio turno di missione presso la FSSPX: un lavoretto che mi ha assorbito per parecchio tempo, e del cui “buon” esito, purtroppo, non sono ancora certo.
Un tour de force che, sicuramente, ha messo alla prova le mie capacità e la mia esperienza di arcidiavolo senior, iniziato durante le settimane in cui, a dominare paesaggio e cronache c’era la famosa “morsa del ghiaccio” che “attanagliava” l’Italia e l’Europa, mentre, da parte mia, un altro gelo stavo cercando di consolidare presso la Fraternità guidata da Mons. Fellay.
Sarà stata la fatica a disturbarmi il sonno.
Così mi si è disegnato di fronte uno scenario inquietante, che vedeva l’elezione di un Pontefice anziano, uomo candido nei capelli, nell’abito e nell’animo.
Il solo fatto che, per vent’anni, fosse riuscito a lavorare a capo di un dicastero della Curia senza rimanere invischiato nei giochi di potere la diceva lunga sulla pericolosità del soggetto. In un tardo pomeriggio primaverile, consapevole della sua umana fragilità e del suo essere stato chiamato a reggere un peso più grande di lui, già nel primissimo, se pur breve e, quasi improvvisato discorso alla folla riunita, si affidava al fatto che il Nemico sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti.
Un gruppetto dei nostri tentava subito di offuscarne l’immagine, riuscendo a far pubblicare su qualche giornale compiacente la foto di quando, ragazzo quattordicenne, indossava la divisa della gioventù hitleriana.
Ma la stampa e i media cattolici stavano all’erta e furono pronti a ribattere che il Papa, da ragazzo, non si era mai arruolato come volontario e che, poco dopo il suo inquadramento militare, aveva pure disertato ed era stato preso prigioniero.
La domenica successiva alla sua elezione, alla Messa di insediamento, si presentava senza accenti personalistici, né protagonismi, dichiarando semplicemente (o forse dovrei dire “papale papale”?) che il programma del suo pontificato non sarebbe stato quello di attuare una sua volontà precisa, ma di mettersi in ascolto di tutta la Chiesa.
La cosa peggiore era che ci sentiva davvero bene, e non da un orecchio solo.
E la prima cosa che non volle più passare sotto silenzio fu il grido di dolore che si levava da parte delle tante vittime degli abusi sessuali compiuti da uomini di Chiesa, che per lungo tempo erano stati taciuti o minimizzati.
Di quello scandalo aveva già voluto parlare durante le meditazioni all’ultima Via Crucis, e le sue parole avevano destato non poca sensazione. Già, perché, ad aggravare la nostra impresa, c’era anche il fatto che quel pontefice fosse una sorta di novello Crisostomo: non appena prendeva la parola, suadente nel tono, limpido e consequenziale nel ragionamento, dottissimo nelle citazioni, cristallino nella spiegazione, rendeva di immediata comprensione ciò che il Nemico ha voluto che fosse gridato dai tetti.
Enorme il rischio che, con un uomo così a capo della Chiesa Cattolica, la Verità potesse diffondersi disastrosamente.
Non potendo utilizzare la nostra arma principe, cioè ignorare ciò che diceva, dovevamo rassegnarci a giocare in difesa, facendo in modo che le sue parole fossero il più possibile travisate, e i suoi discorsi stravolti, mistificati, rovesciati.
Ma i media cattolici vegliavano. Come nel settembre 2006, quando l’anziano Papa-professore pronunciò uno dei suoi discorsi più significativi: all’indomani di quella lectio, i vaticanisti erano riusciti, purtroppo, a coglierne il passo più significativo, valorizzando il concetto secondo cui “non agire secondo ragione è contrario alla natura del Nemico”, mentre avrebbe giovato assai, alla nostra causa, che la frase più rilanciata fosse stata la citazione dell’imperatore bizantino che rinfacciava al dotto persiano la violenza di Maometto, con tutte le implicazioni di islamofobia e rinnovato spirito crociato che ne sarebbero potute derivare. Un’altra grande occasione persa per noi.
E così, in avanti, vedemmo sfumare tante belle chances di rovinare quel pontificato e disamorare i fedeli verso la Chiesa e verso quel Papa, come quando non potemmo nulla di fronte a una conferenza-stampa impeccabilmente organizzata per spiegare i motivi e il valore della revoca della scomunica a una frangia di oltranzisti, il cui scisma agitava le acque cattoliche da una trentina d’anni.
Cercammo, quindi, di rivolgere contro di lui il suo stesso operato nella strenua lotta contro gli abusi sessuali nel clero, puntando al favoreggiamento: quasi un anno intero di tentativi diffamatori e calunniosi, immancabilmente polverizzati dalle numerose pubblicazioni, a caratteri cubitali sugli organi di stampa cattolici, che elencavano, punto per punto, tutti i provvedimenti richiesti e presi, come cardinale prima, e come pontefice poi.
Quando quel Papa aveva compiuto 80 anni era andato in onda, in seconda serata, un programma che ripercorreva la sua vita, e pensare che noi avevamo suggerito una trasmissione alternativa, dedicata alla regina Elisabetta d’Inghilterra, ma non ci fu verso.
Per l’anniversario del 60° di sacerdozio, poi, i media cattolici prepararono addirittura un documentario innovativo in 3D, per rendere un tributo di affetto e vicinanza a un uomo che aveva speso tutta la sua vita al servizio del Nemico. E noi a rosicare…
Quasi allo scadere del settimo anno di pontificato la Chiesa, con una guida così mite, ma ferma e coraggiosa, era avviata verso un devastante bagno di umiltà, che la stava ormai riportando alle origini, al cuore, all’essenza: il Nemico, la Sua vita, la Sua predicazione, a cui quel Papa semplice e dottissimo aveva dedicato i suoi libri della vecchiaia, lavorandoci, pare, anche di notte, sottraendo tempo al riposo.
Noi continuavamo a suggerire di metterlo in cattiva luce proprio perché passava ore in mezzo alle evangeliche scartoffie invece di dedicarsi a qualcosa di più mediatico, ma i cattolici, purtroppo, avevano ben presente una cosa, in fondo, molto ovvia: tanti e differenti sono i carismi che il Nemico invia agli umani, per costituire l’unità della Sua Chiesa nella diversità.
A questo punto mi sono svegliato col fiato corto.
Ho aperto internet e quanti più giornali ho potuto, e ho tirato un sospiro di sollievo. La realtà è ben altra e me ne compiaccio.
Abbiamo avuto le insinuazioni sul nazismo, Ratisbona, il caso Williamson, il caso Galileo, la preghiera “contro” gli ebrei, e, sullo scandalo pedofilia, i pericoli per noi sono arrivati più da semplici e non curiali fedeli, che non da coloro che al Papa giurano fedeltà fino all’effusione del sangue.
Siamo, sì, quasi allo scadere del settimo anno di pontificato di Benedetto XVI, ma abbiamo dalla nostra, e proprio tra i cattolici, chi lo insulta, chi lo ridicolizza, chi ne vagheggia, più o meno affettuosamente, le dimissioni.
Quando proprio vogliamo raschiare il fondo del barile, possiamo anche contare sulla miopia di chi lo denigra solo perché non ha “il fisico” e insiste sulla sua immagine di uomo sempre più fragile e minuto, per stabilire, di conseguenza, che sarebbe inadatto al suo ruolo.
Sarà forse perché- parafrasando Nietzsche- quanto più lui si innalza, tanto più piccolo sembra a quelli che non possono volare?
Non mi rispondere, nipote: era, ovviamente, una domanda retorica.

Tuo affezionato zio
pseudo-Berlicche

4 commenti:

mariateresa ha detto...

grazie, cara.

Anonimo ha detto...

l'incubo non è tanto lontano dalla realtà, purtroppo

Anonimo ha detto...

no,resta tale anche al risveglio.GR2

Elio ha detto...

Una foto da brivido...
Poiché Malacoda non concede nulla se non ha in contraccambio qualcosa penso che... qualche cardinale tetramorfo o monsignori di curia e non solo... pagano l'affitto per l'utilizzo di quella caverna?
Forse il corvo spedisce dall'ufficio della tetra caverna... in cambio utilizza internet gratis!