martedì 20 marzo 2012

Per arginare la violenza sui bambini. Intervento della Santa Sede durante la 19ª sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo (O.R.)

Intervento della Santa Sede

Per arginare la violenza sui bambini

Pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervento svolto l’8 marzo dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra, durante la 19ª sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo.

Signora Presidente,

la Delegazione della Santa Sede desidera ribadire la sua profonda preoccupazione, espressa anche da altre delegazioni, per la piaga dei bambini innocenti, gravemente feriti nel loro benessere fisico, emotivo e spirituale dalle violenze alle quali sono stati sottoposti. Come ha osservato il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon nel suo discorso in occasione dell’evento speciale per incoraggiare la ratifica di Protocolli Opzionali della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, «l’infanzia è un tempo di innocenza e di apprendimento, un tempo per formare il carattere e trovare una via sicura verso l’età adulta. La triste verità, però, è che troppi bambini nel mondo di oggi subiscono terribili abusi» (Osservazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite, 27 maggio 2010).
Mentre la Rappresentante speciale del Segretario generale per la violenza sui minori ha riferito di sviluppi positivi in diverse regioni del mondo, ha anche illustrato molte sfide persistenti che occorre affrontare per assicurare la sicurezza e il benessere dei bambini in ogni settore e circostanza della vita e del benessere sociale. Circa 300.000 bambini sono coinvolti in oltre 30 conflitti nel mondo, venendo utilizzati come combattenti, messaggeri, facchini, cuochi e vittime di rapporti sessuali forzati. La maggior parte di loro viene reclutata in modo brutale. Circa 115 dei 215 milioni di bambini lavoratori nel mondo sono impiegati in lavori pericolosi. Purtroppo, alcuni studi hanno dimostrato che la violenza contro i bambini può verificarsi in diversi ambienti: a casa, a scuola o in altri ambiti educativi, negli istituti o in altre strutture di assistenza residenziale per bambini i cui genitori non possono dare loro cure adeguate e appropriate, nel luogo di lavoro, nelle carceri o in altri tipi di centro di detenzione. A questi rischi tradizionali di abuso si aggiungono le nuove tecnologie che, come dimostra una ricerca basata su dati concreti, spesso bombardano i bambini con immagini e informazioni dannose e spaventose, o li spingono a partecipare ingenuamente a fori manipolati da persone interessate a predare questi bambini per ragioni egoistiche e lesive (cfr. Lost in Cyber World – a project explaining the dangers harbored by the Internet – Information for parents and educators, Progetto In Via, Rete sociale dell’Arcidiocesi di Berlino, settembre 2011).
La violenza sessuale nei confronti dei bambini è particolarmente ripugnante ed esige maggiore attenzione da parte non solo dei governi nazionali e degli enti preposti a fare rispettare la legge, ma anche di ciascun componente della società, poiché la responsabilità di proteggere i nostri figli deve essere condivisa da tutti i membri della famiglia umana, aiutandoli a godere della dignità umana donata da Dio e accompagnandoli nella loro maturazione in modo attento e sano.
Signora Presidente, questa Delegazione è acutamente consapevole delle azioni assai deplorevoli commesse da alcuni ministri religiosi, i quali hanno tradito i valori stessi che predicano in nome delle loro rispettive tradizioni di fede, commettendo atti aberranti di abuso sessuale nei confronti di minori. La mia Delegazione desidera precisare che la Chiesa cattolica ha continuato a sviluppare e ad adottare misure decisive, volte a monitorare con attenzione i provvedimenti presi dalle strutture collegate alla Chiesa per evitare che in futuro si verifichino nuovi casi di abuso sessuale nei confronti di minori in ambito religioso. Di fatto, in diverse occasioni la Chiesa ha affermato che, senza pregiudicare il foro interno sacramentale, le norme del diritto civile che impongono di denunciare questi crimini alle autorità preposte devono essere sempre rispettate (cfr. Lettera circolare per aiutare le Conferenze episcopali nel preparare linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici, 3 maggio 2011).
Nel corso di un recente incontro di alto livello che si è tenuto a Roma su questo tema è stato lanciato un nuovo «Centro per la protezione dell’infanzia», basato su internet, al fine di aiutare le istituzioni collegate alla Chiesa cattolica a formare il clero e altro personale legato alla Chiesa nella prevenzione degli abusi su minori (cfr. http://elearning-childprotection.com).
In un recente discorso ai vescovi degli Stati Uniti d’America, Papa Benedetto XVI ha «voluto riconoscere personalmente la sofferenza inflitta alle vittime [degli abusi sessuali] e gli sforzi onesti compiuti per garantire l’incolumità dei nostri bambini e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando vengono mosse». Il Santo Padre ha inoltre espresso l’auspicio «che gli sforzi coscienziosi della Chiesa per affrontare questa realtà aiuteranno tutta la comunità a riconoscere le cause, la vera portata e le conseguenze devastanti dell’abuso sessuale e a rispondere con efficacia a questa piaga che affligge tutti i livelli della società», osservando che «come la Chiesa si attiene giustamente a parametri precisi a questo proposito, tutte le altre istituzioni, senza eccezioni, dovrebbero attenersi agli stessi criteri» (Discorso di Papa Benedetto XVI ai presuli della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti d’America in visita ad Limina, 26 novembre 2011).
Signora Presidente, questo Consiglio, e la società nel suo insieme, non devono ingannarsi pensando che gli abusi sessuali nei confronti di minori sono limitati ad alcune istituzioni. Permeano in modo insidioso tutti gli elementi della società, e nella maggior parte dei casi si verificano in famiglia, nel vicinato e nell’ambito sociale diretto del bambino. Devono essere riconosciuti con onestà e prevenuti con efficacia al fine di tutelare la sicurezza e la salute fisica ed emotiva dei bambini che, a loro volta, costituiscono il futuro della società.

(©L'Osservatore Romano 18 marzo 2012)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

OT
Il card. Brandmuller è un grande :-)
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350199
Alessia

Anonimo ha detto...

Il Papa si "da da fare" per la gioventù. In compenso ogni giorno emergono casi di preti gay, di preti pedofili, di preti immorali. Povero Gesù, alcuni di quelli che avrebbero dovuto servirlo lo hanno tradito e, con i loro comportamenti, hanno infangato la bellezza della fede cristiana. Che tristezza! Ci vorranno decenni per "dimenticare" queste devianze e perché la Chiesa riprenda nel mondo il suo prestigio morale. Pover0 Gesù!

Anonimo ha detto...

Grazie a Dio oggi emergono, anonimo. E questo grazie a un Papa che si da da fare e non solo per i giovani, futuro della Chiesa. Mi domando in che mondo vivano persone del tuo stampo.
Alessia