Il cardinale Ryłko a Rio de Janeiro in vista della Giornata mondiale del 2013
Le braccia aperte di Cristo
«La statua di Cristo Redentore del Corcovado ci ricorda l'essenziale di ogni Giornata mondiale della gioventù: le braccia aperte di Cristo, pronto ad accogliere con amore infinito tutti i giovani del mondo». È l'immagine scelta dal cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, durante la celebrazione presieduta giovedì 1° marzo, in occasione dei 447 anni della fondazione di Rio de Janeiro, nel santuario dell'arcidiocesi brasiliana che ospiterà la prossima Gmg.
Il porporato polacco si trova nella città carioca per un sopralluogo in vista del raduno mondiale delle nuove generazioni in programma nel luglio 2013. Accompagnato dal responsabile della sezione giovani del dicastero, il sacerdote francese Eric Jaquinet, il cardinale presidente ha visitato alcuni luoghi scelti dal comitato organizzatore locale e incontrato le autorità ecclesiastiche e civili, tra cui l'arcivescovo Orani João Tempesta, il vescovo salesiano Eduardo Pinheiro da Silva, presidente della Commissione per la pastorale della gioventù della Conferenza episcopale brasiliana, il governatore dello Stato di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral Filho, e il sindaco della città, Eduardo da Costa Paes.
«La Chiesa in Brasile -- ha detto il porporato all'omelia -- sta vivendo un tempo speciale di grazia. Ogni gmg è un grande dono di Dio per tutta la Chiesa, e in particolare per la Chiesa che l'accoglie. In occasione delle gmg la Chiesa rivela al mondo il suo volto giovane, pieno di gioia e d'impulso missionario». Tanto che per Benedetto XVI queste giornate sono una «cascata di luce e di speranza».
Quindi il cardinale ha ricordato come al centro di ogni gmg si trovi la persona di Gesù. «È soprattutto Cristo che i giovani vogliono incontrare», ha detto rievocando la prima visita in Brasile di Giovanni Paolo II che, nel 1980, dall'alto del Corcovado, annunciò Cristo, unico nome che può salvare. Facendo poi riferimento al pellegrinaggio della Croce della gmg, in corso in Brasile, ha evidenziato come sia «impressionante la forza di attrazione» del crocifisso, nel quale migliaia di giovani in tutti i continenti hanno scoperto la verità fondamentale per la loro vita, che solamente in esso ci sono salvezza e redenzione. «Questa croce -- ha spiegato -- è come un “aratro” che prepara il terreno per la semina della Parola di Dio durante ogni gmg, e in modo particolare preparerà il terreno della “terra della santa Croce”, primo nome dato al Brasile».
Quindi il porporato ha sottolineato come l'incontro personale con Cristo Redentore sia, a sua volta, inscindibile dall'incontro con la sua Chiesa. «La gmg -- ha detto -- alimenta nei giovani la consapevolezza di essere parte integrante della Chiesa, dà loro la certezza di non essere soli», perciò tali raduni mettono in evidenza «la vitalità della Chiesa e la sua straordinaria capacità di mobilitare e di riunire le giovani generazioni persino nella società post-moderna, già diffusamente secolarizzata. La generazione delle gmg ha imparato che seguire Cristo nella fede vuol dire camminare con Lui nella comunione della Chiesa e che non si può separare Cristo dalla sua Chiesa».
Infine si è rivolto in modo particolare ai giovani brasiliani, presenti numerosi alla celebrazi0ne. «La vostra gioia nel ricevere la notizia che la prossima gmg si sarebbe tenuta a Rio de Janeiro ha colpito tutti coloro che hanno potuto seguire la celebrazione finale dell'ultima edizione di questo grande evento, a Madrid», ha detto loro, esortandoli a non dimenticare mai che essi occupano «un posto privilegiato nel cuore di Cristo e nel cuore della Chiesa. Voi non siete solo oggetto dello sforzo missionario della Chiesa, ma siete anche i suoi indispensabili protagonisti. È in voi che la Chiesa ritrova continuamente la capacità di meravigliarsi di fronte al mistero e l'entusiasmo che porta a obiettivi sempre nuovi. Siete in quella che è per eccellenza l'età della ricerca della verità, del bene, della bellezza, della giustizia e della solidarietà. Non smettete mai -- ha concluso -- di ricercare questi grandi ideali».
(©L'Osservatore Romano 3 marzo 2012)
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