Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
La missione di Benedetto XVI
Dallo scandalo dei Legionari all’incontro con Fidel Castro
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa parte domani per un viaggio tanto religioso quanto politico. Avranno un colloquio «fuori programma» con il Pontefice i dissidenti cubani e Fidel Castro, ma non le vittime, in Messico, del fondatore pedofilo dei Legionari di Cristo, Maciel. «I vescovi messicani non lo hanno richiesto», spiega il portavoce vaticano, Lombardi. A surriscaldare il clima della tappa messicana della missione, i documenti «top secret» pubblicati dal settimanale «Proceso» sulle coperture in Curia, crimini e misfatti di Maciel che «Wojtyla non poteva ignorare».
Quattro le città che Benedetto XVI visiterà in Messico e a Cuba. Dieci i discorsi che, nel bicentenario dell’indipendenza, pronuncerà in sei giorni di visita tra potenzialità e contraddizioni dell’America centrale, «azionista di maggioranza» della Chiesa globalizzata. Guanajuato è lo zoccolo duro del cattolicesimo messicano ma anche la patria dei cinque cartelli del narcotraffico e il teatro di combattimenti tra organizzazioni criminali e polizia (con un bilancio annuale di migliaia di vittime). Il Messico è il secondo paese cattolico più popoloso, ma l’anticlericalismo proibisce ai vescovi un profilo pubblico. Poi a Cuba dove la Chiesa lavora sotto traccia per una transizione «soft» alla democrazia (sul modello del post-Franco in Spagna). Un’escalation di appuntamenti istituzionali e pastorali che culminerà il 23 marzo all’Avana con la messa nella Plaza de la Revolucion, teatro delle grandi adunate del regime castrista. Ratzinger detterà in spagnolo l’agenda futura. Voltando pagine buie, fuori e dentro la Chiesa.
© Copyright La Stampa, 22 marzo 2012
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