mercoledì 7 marzo 2012

La devozione dei cubani alla Vergine della Carità del Cobre. «Ci rallegra la vostra testimonianza di fede» scrisse Benedetto XV (Roberto Méndez Martínez)

La devozione dei cubani alla Vergine della Carità del Cobre

«Ci rallegra la vostra testimonianza di fede» scrisse Benedetto XV

di Roberto Méndez Martínez*

Cuba celebra quest'anno un solenne giubileo per commemorare i 400 anni trascorsi dal ritrovamento della statua della Vergine della Carità del Cobre. Una celebrazione che va oltre l'aspetto puramente esteriore della pratica religiosa, perché la devozione dei cubani per la Madre e Patrona è talmente profonda da segnare costantemente la vita quotidiana. Ciò che è stato testimoniato dall'entusiasmo senza precedenti suscitato dal pellegrinaggio in tutto il Paese di una delle più antiche copie dell'immagine originale.
Secondo la tradizione, il ritrovamento avvenne verso il 1612 nella baia di Nipe, lungo la costa orientale di Cuba. Due fratelli, umili lavoratori della terra, Juan e Diego de Hoyos, accompagnati da un bambino nero, Juan Moreno, discendente di schiavi africani, videro galleggiare sulle acque la statua fissata su un pannello con la scritta: Yo soy la Virgen de la Caridad. La portarono all'Hato de Barajagua, dove vivevano e lavoravano, e poco dopo al Real de Minas del Cobre. L'eremo che costruirono per custodire l'immagine alla fine del secolo, divenne un vero e proprio santuario, arricchito e trasformato man mano che il culto si diffondeva.
Il ritrovamento, che per secoli fu trasmesso a Cuba come una tradizione orale dal forte sapore leggendario, poté essere comprovato con rigore storico quando, nella metà del XX secolo, lo storico cubano Leví Marrero trovò nell'archivio delle Indie a Siviglia, all'interno del fascicolo 363 dell'Audiencia Reale di Santo Domingo, una dichiarazione fatta nel 1687 da Juan Moreno -- che allora aveva già 85 anni -- nella quale narrava quei fatti di cui era stato testimone diretto. Grazie a questa testimonianza fu possibile calcolare con sufficiente approssimazione la data del ritrovamento e smentire quanti ritenevano quei fatti un'invenzione. A tutt'oggi non si è riusciti a scoprire da dove provenisse quella statura, se da una barca o dalla terraferma, e neppure il luogo dove era stata realizzata. E sebbene il suo titolo de la Caridad fosse noto e venerato in Spagna da secoli, il suo aspetto esteriore non ha molti punti in comune con la Vergine che con questo titolo si conserva nell'ospedale di Illescas e neppure con la sua omonima a Sanlúcar de Barrameda.
Non bisogna dimenticare che, da quando Cristoforo Colombo giunse in quella regione nel 1492, ci furono vari tentativi di evangelizzare le popolazioni indigene, divenuti poi sistematici nel corso del XVI secolo, quando ebbe inizio la colonizzazione dell'isola. Il ritrovamento della statua fu provvidenziale perché fatto direttamente da contadini e da neri, schiavi o liberi, cioè dalle fasce più umili della società. Per questo, verità e valori evangelici legati all'immagine si radicarono nel popolo come qualcosa di autoctono, che non appariva cioè collegato al dominio coloniale.
Già nel XVIII secolo la devozione si era diffusa così tanto che non solo i pellegrini giungevano continuamente al santuario del Cobre, ma copie della statua venivano anche offerte alla devozione pubblica in altri luoghi dell'isola. Un documento della Sacra Congregazione dei Riti, datato 11 luglio 1867, attesta che nel santuario del Cobre «nel mese di settembre, per diciassette giorni consecutivi, si celebra la sua festa con grande affluenza di pellegrini» e approva, con il consenso di Pio IX, «che in tutti quei giorni si celebri la messa solenne della Santissima Vergine».
Con l'inizio delle guerre d'indipendenza dal dominio coloniale spagnolo, molti degli insorti videro nella Vergine cubana una protettrice naturale e la battezzarono con il soprannome di Mambisa. Numerosi patrioti cubani manifestarono, in diverse occasioni e pubblicamente, la loro devozione a questo titolo mariano e molti di loro, durante le campagne belliche, visitarono il santuario del Cobre per affidare la loro vita alla Vergine, mostrando così la loro devozione.
Non meraviglia quindi che, appena fondata la Repubblica, un gruppo di veterani delle campagne d'indipendenza scrissero a Papa Benedetto XV una lettera, datata 24 settembre 1915, nella quale chiedevano che «facendosi interprete dei sentimenti del popolo cattolico di Cuba e di quelli del suo esercito liberatore, che professano la religione dei nostri antenati, e facendo uso delle facoltà di cui è investito, dichiarasse, previo disbrigo delle pratiche corrispondenti, come Patrona della Repubblica di Cuba la Vergine della Carità del Cobre e, come sua festa ecclesiastica, il giorno che porta il suo santo nome».
Il Pontefice rispose il 10 maggio 1916, con un documento della Sacra Congregazione dei Riti, nel quale si dichiarava Nostra Signora della Carità «Patrona principale di tutta la Repubblica di Cuba». Decisione che fu accolta con grande gioia dal popolo. Poco dopo, il 21 agosto, il Papa scriveva in un messaggio a tutti i vescovi cubani: «Ci rallegra, venerabili Fratelli, questa testimonianza tanto significativa per la fede e la pietà cristiana: incoraggia anche la speranza che, con la supplica e l'esempio vostro e di tutto il clero cubano, la tradizionale devozione alla Vergine approfondisca le sue radici e faccia fiorire in questi popoli le lodi della vita cristiana affinché possiamo rallegrarci che, con questa devozione, giunga a noi ogni sorta di beni».
Il 20 dicembre 1935, l'arcivescovo di Santiago de Cuba, Valentín Zubizarreta y Unamunzaga, sollecitò alla Santa Sede l'incoronazione canonica per delega di Nostra Signora. E il 2 luglio 1936 ricevette l'approvazione da Pio XI con un documento inviato dall'allora segretario di Stato cardinale Eugenio Pacelli. L'incoronazione avvenne poco dopo, a Santiago de Cuba, nel corso di una messa all'aperto durante il congresso eucaristico nazionale.
Il santuario di Nostra Signora del Cobre, a Santiago de Cuba ogni anno ha continuato ad accogliere migliaia di pellegrini provenienti da diversi punti del Paese, e da altre nazioni dove vivono i cubani emigrati e nelle quali essi hanno anche diffuso la devozione. A Miami, per esempio, è stato costruito un eremo della carità nel quale si riuniscono moltissimi devoti emigrati. Un'immagine della Vergine del Cobre si trova anche in alcune chiese a Città del Messico, Caracas, Madrid e altre città.
Nel 1998, durante la messa celebrata in piazza Antonio Maceo di Santiago de Cuba, Giovanni Paolo II ha incoronato ufficialmente la Vergine della Caridad, portata lì appositamente da El Cobre. Sia il periodo preparatorio sia la celebrazione del grande giubileo in questo anno 2012 sono stati motivi speciali di rinnovamento spirituale per il popolo cubano. La massiccia accoglienza riservata alla statua pellegrina, il fervore delle celebrazioni eucaristiche e delle preghiere in comunità, come pure l'attesa visita di Benedetto XVI, pellegrino della carità nel Paese, fanno sperare in un'autentica primavera della fede per Cuba.

*Poeta, saggista e scrittore cubano
Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura

(©L'Osservatore Romano 7 marzo 2012)

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