L’itinerario quaresimale spiegato dal Papa in una parrocchia romana e all’Angelus
In cima al monte per essere più vicini a Dio
Dal «deserto» delle tentazioni al «monte» della Trasfigurazione per fare esperienza della vicinanza di Dio: il Papa spiega così l’itinerario spirituale proposto dalla liturgia della seconda domenica di Quaresima.
Durante la visita compiuta nella mattina del 4 marzo alla parrocchia romana di San Giovanni Battista de La Salle, il Pontefice ricorda ai fedeli che «la strada per giungere alla gloria, la strada dell’amore luminoso che vince le tenebre, passa attraverso il dono totale di sé, attraverso lo scandalo della Croce».
È per questo — aggiunge — che il cammino della Quaresima conduce fino al Golgota, «monte del supremo sacrificio» nel quale «è racchiusa la più grande forza di trasformazione dell’uomo e della storia».
Alla comunità del quartiere Torrino — che lo accoglie come una grande famiglia chiamandolo affettuosamente «papà» — Benedetto XVI affida il compito di portare la novità di Cristo «ai fratelli là dove vivono, lavorano studiano o soltanto trascorrono il tempo libero». Missione urgente e impegnativa anche alla luce del prossimo Anno della fede, che chiama a un impegno comunitario per «superare quell’“analfabetismo religioso” che è uno dei più grandi problemi del nostro oggi». Dal Papa anche un invito a riscoprire la Domenica come «giorno di Dio e della comunità» da vivere nella gioia della celebrazione eucaristica e nella disponibilità «ad accogliere ogni persona sola o in difficoltà».
Temi, questi, ripresi da Benedetto XVI all’Angelus recitato in piazza San Pietro a conclusione della visita. Tornando sul significato della Trasfigurazione di Cristo, il Pontefice ribadisce che «Dio è luce, e Gesù vuole donare ai suoi amici più intimi l’esperienza di questa luce, che dimora in Lui». Ogni uomo, del resto, ha bisogno di una «luce interiore per superare le prove della vita» e arrivare a contemplare il volto di Gesù «pieno di amore e di verità». Da qui l’invito — ribadito in particolare nel saluto ai fedeli francesi — a non vergognarsi di essere cristiani, offrendo ogni giorno al Signore un tempo di preghiera, mostrando bontà e carità verso chi è nel bisogno e rinunciando a ciò che allontana da Dio e dal prossimo.
(©L'Osservatore Romano 5-6 marzo 2012)
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