AMERICA LATINA, IL VIAGGIO DEL PAPA TRA ELEZIONI E RIFORME
Roma - Benedetto XVI apre nella notte di venerdì il secondo viaggio nella regione. Tappa in Messico, paese attanagliato dalla violenza e nel pieno della campagna elettorale e a Cuba, l'Isola che tenta la via delle riforme
Roma - In Messico la campagna elettorale per le presidenziali, a Cuba il delicato cammino di riforme dell’economia e della società. È ricco di risvolti politici, per i paesi che verranno toccati, il secondo viaggio di papa Benedetto XVI in America Latina. Joseph Ratzinger arriva nella tarda serata di venerdì (ora italiana) a Guanajuato, dove sarà ricevuto dal presidente messicano Felipe Calderon, nel primo di due incontri ufficiali che i due capi di Stato avranno nel corso della visita. Circostanza che ha avuto ampia eco nei media messicani, attenti a sottolineare il peso che una fotografia con Ratzinger – nel secondo paese più cattolico del pianeta – può avere per le speranze del partito di centrodestra al governo (Pan) di vincere la battaglia delle presidenziali di luglio. Tanto che anche la scelta “prudenziale” di non includere un passaggio a Città del Messico - 2.300 metri di altitudine, un po’ troppi per gli 85 anni del papa tedesco – è finita nel pacchetto delle speculazioni politiche: lo Stato della capitale è governato dalla sinistra oggi all’opposizione, lo Stato di Guanajuato, a forte vocazione cristiana, è in mano al Pan dal 1991.
Ma anche oltre la campagna elettorale, la visita di Benedetto XVI in Messico evoca diversi spunti. Il paese nordamericano venti anni fa ristabiliva le relazioni diplomatiche con il Vaticano e oggi discute una riforma della Costituzione che da una parte autorizza atti di culto negli spazi pubblici senza necessità di via libera governativi, dall’altra dovrebbe aggiungere la parola “laico” a quelle di “democratico, repubblicano e rappresentativo” che già compongono la definizione dello Stato. I valori “di convivenza pacifica, solidarietà e fratellanza”, spiegava il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone alla Stampa, saranno infine le bandiere da esporre in un paese sempre più penalizzato dalle trame criminali.
Non meno rilevanti le questioni di Cuba. L’isola lavora a una graduale apertura per la piccola imprenditoria privata e a interventi che sforbiciando l’elefantiaca macchina burocratica possano ridare slancio all’economia nazionale. Ma è sul dossier delle libertà sociali e dei diritti civili che la Chiesa cubana sembra sempre più destinata ad avere un ruolo rilevante. La liberazione, lo scorso anno, di numerosi detenuti politici è stata il frutto di un lungo negoziato tra il governo castrista e la Chiesa locale guidata dal cardinale dell’Avana, Jaime Ortega. Il passaggio di papa Benedetto XVI potrebbe fortificare il ruolo di interlocutore privilegiato del governo nelle aperture alle rivendicazioni sociali. Una Chiesa che partecipa in maniera non invasiva nelle vicende interne – l’Avana si difende con forza da ogni ingerenza degli Stati stranieri – potrebbe essere parte del rinnovamento in atto.
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