domenica 25 marzo 2012

Il Papa: l'America Latina vive di dolore e speranza, Cristo unica via. Missione continentale per superare la stanchezza della fede. Il ricordo di Wojtyla (Izzo)

PAPA: AMERICA LATINA VIVE DOLORE E SPERANZA, CRISTO UNICA VIA

(AGI) - Leon, 25 mar.

(di Salvatore Izzo)

Il popolo messicano ed anche altri popoli dell'America Latina vivono attualmente "momenti che uniscono dolore e speranza". A fotografare cosi' la situazione del "Nuovo Mondo" due secoli dopo l'indipendenza e' stato Papa Ratzinger, nell'omelia della grande messa celebrata questa mattina al "Parco del Bicentenario" di Leon, con 250 tra cardinali e vescovi dell'intero Continente. "Sono contento di essere tra voi, e desidero ringraziarvi vivamente", ha esordito il Pontefice che in questi giorni ha davvero fatto esperienza del travolgente entusiasmo dei messicani e che ha salutato cosi' con le autorita' civili e religiose anche i circa 400 mila fedeli che gremivano l'area.
Benedetto XVI ha dunque paragonato questa fase storica del Messico e dell'America Latina alle traversie bibliche di Israele, che visse "anche grandi gesta e battaglie, ma nel momento di affrontare la sua esistenza piu' autentica, il suo destino piu' decisivo, cioe' la salvezza, piu' che nelle proprie forze, ripose la sua speranza in Dio che puo' ricreare un cuore nuovo, non insensibile e arrogante".
"Questo - ha affermato Benedetto XVI - puo' ricordare oggi ad ognuno di noi ed ai nostri popoli che, quando si tratta della vita personale e comunitaria, nella sua dimensione piu' profonda, non basteranno le strategie umane
per salvarci".
Per il Papa, la via da seguire, invece, e' quella indicata da Nostra Signora di Guadalupe all'umile indio Juan Diego, al quale la Vergine ha mostrato suo Figlio, "il cui Regno non consiste nel potere dei suoi eserciti per sottomettere gli altri con la forza o la violenza". Ma "si fonda su un potere piu' grande, che conquista i cuori: l'amore di Dio che Egli ha portato al mondo col suo sacrificio e la verita', di cui ha dato testimonianza". "Questa e' la sua Signoria che nessuno gli potra' togliere e che nessuno deve dimenticare", ha affermato il Papa tedesco evocando il martirio dei Cristeiros, i cattolici messicani che ribellatisi al laicismo massonico appena un secolo fa affrontarono il plotone di esecuzione gridando "Viva Cristo Re" .
Proprio fuori Leon c'e' il grande monumento che rappresenta Cristo Re, e il Pontefice ha potuto sorvolarlo questa mattina con l'elicottero che lo portava al "Parco del Beicentenario". "Le corone che lo accompagnano, una da sovrano ed un'altra di spine, indicano - ha rilevato nell'omelia - che la sua regalita' non e' come molti la intesero e la intendono.
All'umile indio Juan Diego, che la Chiesa oggi venera come santo, la Madre dell'America Latina ha donato infatti Cristo "nella sua vicinanza e prossimita'" e "non come un eroe portentoso da leggenda", ripetendo cosi' quanto aveva sperimentato nell'episodio evangelico delle Nozze di Cana, quando "davanti all'imbarazzo per la mancanza di vino, indico' chiaramente ai servi che la via da seguire era suo Figlio".
Per questo, ha continuato accennando di nuovo alla imponente statua di Cristo Re, "e' giusto che sia oggetto di pellegrinaggio, di preghiera fervente, di conversione, di riconciliazione, di ricerca della verita' e accoglienza della grazia". "A Lui, a Cristo - ha quindi concluso - chiediamo che regni nei nostri cuori, rendendoli puri, docili, pieni di speranza e coraggiosi nella loro umilta'".

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PAPA: OGGI GIOVANNI PAOLO II SI RALLEGRERA' DAL CIELO

Salvatore Izzo

(AGI) - Leon, 25 mar.

"Sicuramente oggi Giovanni Paolo II si rallegrera' dal cielo che il Signore mi abbia concesso la grazia di poter stare ora con voi, cosi' come avra' benedetto i tanti milioni di messicani
che hanno voluto venerare, recentemente, le sue reliquie in tutti gli angoli del Paese". Con queste parole Benedetto XVI ha evocato oggi il grande amore del suo predecessore per il Messico che nel 1979 fu la meta del suo primo viaggio apostolico e che poi visito' per ben altre 4 volte.
"Cari fratelli venendo qui ho potuto avvicinarmi al monumento a Cristo Re, in cima alla Cubilete", ha detto il Papa tedesco per ricordare che "il beato Giovanni Paolo II, benche' lo desiderasse ardentemente, non pote' visitare questo luogo emblematico della fede del popolo messicano, nei suoi viaggi a questa cara terra".

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PAPA: MISSIONE CONTINENTALE PER SUPERARE LA STANCHEZZA DELLA FEDE

Salvatore Izzo

(AGI) - Leon, 25 mar.

Anche in America Latina "si deve superare la stanchezza della fede e recuperare la gioia di essere cristiani" dalla quale "nascono anche le energie per servire Cristo nelle situazioni opprimenti di sofferenza umana, per mettersi a sua disposizione, senza ripiegarsi sul proprio benessere".
Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della grande messa celebrata oggi davanti a 400 mila fedeli radunati nel "Parco del Bicentenario" a Leon, citta' considerata il cuore del Messico per la sua posizione centrale nel Paese e per la sua tradizione cristiana. "In Aparecida - ha ricordato Ratzinger citando l'Assemblea degli Episcopati Latino Americani - i vescovi dell'America Latina e dei Caraibi hanno colto con lungimiranza la necessita' di confermare,
rinnovare e rivitalizzare la novita' del Vangelo, radicata nella storia di queste terre dall'incontro personale e comunitario con Gesu' Cristo che suscita discepoli e missionari". E, ha sottolineato, "la Mision Continental che si sta portando avanti, diocesi per diocesi, in questo Continente, ha precisamente l'obiettivo di far arrivare questa convinzione a tutti i cristiani e alle comunita' ecclesiali, affinche' resistano alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerente".
Un programma che coincide, ha rilevato il Papa tedesco, con l'Anno della fede, che convocato per tutta la Chiesa, come "un invito ad un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo".
"Anche oggi, da questo parco, con il quale si vuole ricordare il bicentenario della nascita della Nazione messicana, che ha unito molte differenze, ma con un destino ed un'aspirazione comuni, chiediamo a Cristo - ha quindi concluso il Pontefice - un cuore puro, dove egli possa abitare come Principe della pace, grazie al potere di Dio, che e' il potere del bene, il potere dell'amore".

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