Il Papa in volo verso il Messico: un viaggio nel segno della speranza e della carità
Benedetto XVI è in volo verso il Messico per il suo 23.mo viaggio apostolico internazionale, che proseguirà lunedì prossimo a Cuba. Stamani la partenza da Fiumicino, con il saluto del premier italiano Mario Monti. Nell’aereo papale, si è tenuta la consueta conferenza stampa con i giornalisti al seguito. Una conversazione che ha spaziato su molti temi di attualità: dalla piaga del narcotraffico in Messico alla situazione sociale a Cuba e, ancora, alla sfida della nuova evangelizzazione nel Continente latinoamericano. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Vado per incoraggiare e per imparare, per confortare nella fede, nella speranza e nella carità”: così, Benedetto XVI ha riassunto lo spirito che animerà il suo viaggio apostolico in Messico e a Cuba. Ed ha sottolineato che la sua visita si compie sulle tracce degli storici viaggi di Giovanni Paolo II in terra cubana e messicana. Il Papa, rispondendo ad una domanda, si è soffermato sul problema del narcotraffico e della violenza in Messico. Ed ha sottolineato che la Chiesa cattolica ha una grande responsabilità nell’affrontare questa piaga:
“Dobbiamo fare il possibile contro questo male distruttivo dell’umanità e della nostra gioventù. Direi che il primo atto è annunciare Dio”.
E’ responsabilità della Chiesa, ha soggiunto, “educare le coscienze, educare alla responsabilità morale” e “smascherare il male”. Bisogna “smascherare questa idolatria del denaro che schiavizza gli uomini”, “smascherare queste false promesse”. Ancora, il Papa ha affermato che la Chiesa “smaschera il male”, rendendo “presente la bontà di Dio”, “la sua verità”. A proposito della situazione socio-politica a Cuba, il Papa ha ricordato come con la visita di Giovanni Paolo II di 14 anni fa sia stata “inaugurata una strada di collaborazione e dialogo”, una via che “esige pazienza” ma che “va avanti”. Del resto, ha aggiunto, l'ideologia marxista “non risponde più alla realtà”. Ha quindi assicurato che la Chiesa vuole aiutare “in spirito di dialogo” per dar vita ad una società più giusta”. La Chiesa, ha soggiunto, “sta sempre dalla parte della libertà”, di coscienza e di religione. Riguardo poi all’impegno della nuova evangelizzazione in America Latina, ha ribadito che vanno collegati il cuore e la ragione per confrontarsi con la secolarizzazione. Il Pontefice non ha poi mancato di confermare l’impegno della Chiesa per la giustizia sociale. “La Chiesa – ha avvertito - non è un potere politico, non è un partito, ma è una realtà morale, un'autorità morale”. Dunque, è responsabilità della Chiesa “educare le coscienze e così creare la responsabilità necessaria; educare le coscienze sia nella sfera individuale sia nella sfera pubblica”. E questo, ha osservato, soprattutto perché in America Latina e altrove, “presso non pochi cattolici”, si riscontra una certa “schizofrenia tra morale individuale e pubblica”. Nella sfera individuale, ha affermato, “sono cattolici credenti, ma nella vita pubblica si seguono altre strade che non rispondono ai grandi valori del Vangelo che sono necessari per la fondazione di una società giusta”.
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