domenica 11 marzo 2012

Il Papa in preghiera con l'arcivescovo di Canterbury (Chirri)

Il Papa in preghiera con l'arcivescovo di Canterbury

Giovanna Chirri

Roma

Era il 597 quando Gregorio Magno, che era papa ma anche monaco, da questo monastero sul Celio inviò Agostino – che sarebbe poi diventato Agostino di Canterbury – e altri 40 benedettini a portare il Vangelo tra gli Angli, nella attuale Gran Bretagna. Ieri pomeriggio all'imbrunire, nello stesso monastero intitolato a San Gregorio, hanno celebrato i vespri Benedetto XVI, papa di Roma, e Rowan Williams, primate della chiesa anglicana.
I due leader religiosi, che ieri mattina hanno avuto un'udienza privata in Vaticano, hanno pronunciato ciascuno un discorso, e poi acceso un lume nella cappella di San Gregorio Magno, dove è stata anche deposta una croce celtica proveniente da Canterbury, dono di Williams, e un'icona. La cappella, inaugurata ieri, è luogo di preghiera dedicato particolarmente ai fedeli anglicani in pellegrinaggio a Roma.
L'incontro tra i due leader cristiani è avvenuto in concomitanza con il millenario della fondazione del sacro eremo di Camaldoli, ma la celebrazione dei vespri si inserisce nella tradizione dei due incontri di preghiera ecumenica celebrati da Giovanni Paolo II e dagli arcivescovi di Canterbury Robert Runcie (30 settembre 1989) e George Carey (5 dicembre 1996).
Benedetto XVI – accompagnato dal segretario di Stato Tarcisio Bertone, e accolto al suo arrivo dal vicario di Roma, Agostino Vallini – ha offerto una riflessione sulla santità come «misura alta della vita cristiana», raccomandando, della predicazione dei camaldolesi di San Benedetto, le tre doti della «solitudine, vita in comune e evangelizzazione». Ha apprezzato l'opera di accoglienza delle foresterie camaldolesi e invitato a «coltivare umilmente e pazientemente il dialogo ecumenico e il dialogo interreligioso».
Papa Ratzinger ha anche anche apprezzato e ricordato i «legami ormai tradizionali» che il monastero camaldolese romano ha sviluppato, «con Canterbury e la Comunione Anglicana, soprattutto dopo il concilio Vaticano II». Tra l'eredità dei camaldolesi, Benedetto XVI ha citato l'ospitalità fornita alle «famose disputationes» dei grandi umanisti.

© Copyright Gazzetta del sud, 11 marzo 2012

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