martedì 13 marzo 2012

I giovani e la riscoperta della vita contemplativa. Intervista con fra Claudio Canali

I giovani e la riscoperta della vita contemplativa. Intervista con fra Claudio Canali

Si conclude oggi nell’Abbazia di Montecassino – con un intervento su “I monaci e la missione visti dall’Inghilterra” – la visita di tre giorni in Vaticano e in Italia del primate anglicano, Rowan Williams. Le celebrazioni per il millenario dell’Eremo di Camaldoli, ricordate solennemente anche dal Papa la scorsa settimana, hanno portato in luce la riscoperta, fra i giovani, della vita eremitica. Cristina Bianconi ha chiesto il perché a fra Claudio Canali, un ex chitarrista rock che dal 1990 vive presso l’Eremo della Beata Vergine del Soccorso a Minucciano:

R. – Io penso sia proprio una ricerca profonda e vera del Signore. I problemi che ci sono e la confusione che c’è nel mondo oggi portano a fare questo tipo di scelte per chi cerca veramente la verità. La solitudine non è isolamento: nella solitudine c’è Dio, ci sono anche gli altri, per la comunione dei santi. Nella solitudine uno ritrova se stesso e pregando capisce anche cosa vuole il Signore da lui.

D. – Cosa l’ha spinta alla scelta di una vita eremitica?

R. - Il Signore dice: non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi. Io cercavo qualcosa nella vita. Anch’io non pensavo di venire in un eremo. Anzi, un tipo come me forse, come dicono molti, poteva diventare Francescano o continuare a suonare... Ma c’è stata una chiamata e ora che ho risposto mi ritrovo molto bene col Signore, anche nella solitudine.

D. – La sua scelta non rischia di precluderle uno sguardo sul mondo e allontanarla dall’uomo?

R. – La clausura unisce non divide. Io proprio qui sono più vicino all’uomo. Infatti, qui viene anche molta gente che ha bisogno. Conosciamo i problemi che ci sono oggi e preghiamo proprio per questo. Cerchiamo di essere vicino in tutti i modi. La vicinanza spirituale è più forte di quella fisica. L’orante, il contemplativo, sono il cuore della Chiesa, come dicono i Padri, come dice anche il Papa. Quindi l’eremita, pregando, fa piovere le grazie su chi sta agendo. (bf)

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: