Aperto il concorso di musica sacra " F. Siciliani" col patrocinio del dicastero della Cultura
Nasce un nuovo Concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra e il Pontificio Consiglio della Cultura sceglie di patrocinarlo. “Innesterà sul tronco del patrimonio musicale liturgico la linfa vitale del linguaggio di oggi e arricchirà il prossimo Anno della fede”: lo ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero vaticano, presentando ieri a Roma la competizione nata in collaborazione con la Sagra Musicale Umbra e la Fondazione Perugia musica classica. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Ci sarà tempo fino al 20 luglio per compositori di ogni età e nazionalità per presentare una opera per coro con o senza organo, di massimo 15 minuti su un testo obbligato, ovvero il "Credo Apostolico". Una sfida e uno stimolo, nello stesso tempo, a mediare tra antico e moderno cui il Pontificio Consiglio tiene in modo particolare, anche in vista del contributo che il concorso potrà dare all’Anno della fede. Il cardinale Gianfranco Ravasi:
“La vera spiritualità, la vera fede, di sua natura suppone ininterrottamente questa capacità di diventare un linguaggio anche contemporaneo. E’ quando è solo religiosità che allora diventa conservazione, schema fisso …”.
E la stessa cosa vale in ambito musicale. Ancora il porporato:
“Da una parte, bisogna sempre recuperare la grande tradizione, anche di opere a volte minori, che però hanno in sé una straordinaria e sorprendente capacità evocativa del Mistero. Dall’altra parte, però, bisogna ininterrottamente ritessere il dialogo tenendo conto che la musica ha adottato effettivamente nuove grammatiche”.
Il testo obbligato su cui mettersi alla prova sarà dunque quello del Credo, non il "Niceno-costantinopolitano", ma il più antico che si fa risalire agli Apostoli e che ha una speciale apertura ecumenica:
“Offre la possibilità di una ritrascrizione anche molto sobria, ieratica appunto, come è il linguaggio tipico della liturgia, ma anche da concerto, se si vuole, per la musica sacra perché è un testo sacro. E soprattutto, può essere anche ecumenico perché non ha un problema di tipo teologico, il problema del 'filioque', lo Spirito Santo che discende dal Padre e dal Figlio, che non è riconosciuto all’interno dell’ortodossia, cioè dalle Chiese ortodosse. Quindi, se un musicista dell’Oriente cristiano intesse la sua musica su questo testo, avremo la possibilità di proporlo anche almeno ad un pubblico completamente diverso, come quello delle Chiese ortodosse”.
I tre finalisti si esibiranno il 14 settembre nella Basilica di San Pietro a Perugia e saranno premiati anche dal pubblico e dalla critica oltre che da una Giuria di tre illustri direttori di Coro: don Massimo Palombella, alla guida della Cappella Sistina, Filippo Maria Bressan, fondatore dell’Athesis Chorus e già all’Accademia di Santa Cecilia, e Gary Graden, che guida gli svedesi della Chiesa di St. Jacob. Alberto Batisti è il presidente della Sagra Umbra:
“Io credo che l’espressione della musica sacra, anche in una contemporaneità, non possa prescindere dal coro. Questo anche per facilitare poi l’esecuzione: perché tutte le chiese hanno un coro, mentre non necessariamente le chiese hanno un’orchestra o un gruppo di strumenti”.
A guidare la giuria è il georgiano Giya Kancheli, un compositore “super partes” secondo Alberto Batisti:
“Non appartiene alla tradizione cattolica; non appartiene nemmeno al 'main stream' della musica contemporanea. Appartiene a sé stesso, essenzialmente, e ha una fortissima spiritualità. La musica di Kancheli è veramente una musica grondante spiritualità”.
Il nuovo concorso è intitolato a Francesco Siciliani, per 50 anni "anima" della Sagra Musicale Umbra, una delle più antiche rassegne musicali d’Europa da sempre consacrata all repertorio spirituale, e questo nell’intento di perseguire il suo spirito e il suo esempio di illuminato operatore musicale. (gf)
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