martedì 7 febbraio 2012

Pedofilia, il Papa: cura delle vittime e cultura della prevenzione (Chirri)

PEDOFILIA: PAPA, CURA VITTIME E CULTURA PREVENZIONE

LEVADA, 4000 DENUNCE 10 ANNI; RISPOSTA CANONICA ERA INADEGUATA

(di Giovanna Chirri) (ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 6 FEB

Cura delle vittime come ''preoccupazione prioritaria'', prevenzione, una nuova ''cultura'' anche per i leader della Chiesa, creazione di un ambiente ''spirituale e umano'' che tuteli ''i bambini e gli adulti piu' vulnerabili''.
Con queste parole del messaggio di Benedetto XVI si e' aperto il Simposio internazionale che fino a giovedi' raduna all'universita' Gregoriana i delegati di 110 conferenze episcopali, i superiori generali di oltre 30 ordini religiosi, esperti, medici, rappresentanti dai cinque continenti per mettere a punto una strategia comune per la Chiesa contro gli abusi sessuali del clero e per costruire una cultura che protegga i piccoli.
La pedofilia del clero, emersa come problema e scandalo per la Chiesa a partire dalla fine degli anni Novanta negli Stati Uniti, riemersa con ulteriore forza in Europa, con i casi drammatici dell'Irlanda, del Belgio, della Germania, e' uno dei punti su cui Benedetto XVI cerca di imprimere una svolta effettiva, e cosi' anche nel messaggio di questa sera, inviato a suo nome dal cardinale Tarcisio Bertone, chiede che la lotta agli abusi e la cura per le vittime vada di pari passo con ''un profondo rinnovamento della Chiesa ad ogni livello''.
Al messaggio papale ha fatto eco la pragmatica relazione del cardinale Joseph Levada, prefetto di quella Congregazione per la dottrina della fede che, con a capo il cardinale Ratzinger, si e' fatta carico di coordinare l'azione della Chiesa contro la pedofilia. Negli ultimi dieci anni, ha ricordato il porporato nella sala gremita da un un uditorio attento, sono giunte alla Congregazione oltre 4000 segnalazioni di casi, - piu' di una al giorno - e la legge canonica si e' dimostrata del tutto inadeguata, o meglio, si e' capito che ''una risposta esclusivamente canonica e' inadeguata, e serve una risposta multi-faccia''. Il porporato ha chiamato a raccolta le energie della Chiesa e la responsabilita' dei vescovi e ha detto ''grazie'' al Papa, che ha indicato la strada, e ha sopportato anche ''attacchi dai media in ogni parte del mondo''. I vescovi in primo luogo, e le Conferenze episcopali in modo coordinato, ha detto Levada, prendano allora esempio da Benedetto XVI e si facciano carico di questa risposta. La prima attenzione deve andare alle vittime, ''non perdiamo di vista la gravita' di questi crimini'' e il dolore che hanno causato; serve poi, continua il cardinale, attenzione alla formazione del clero nei seminari, e alla tutela dei piccoli in tutti gli ambienti della Chiesa, visto che gli abusi non sono commessi solo dal clero.
Le vittime sono ferite nel profondo e, come ha spiegato padre Hans Zollner, alcune della Chiesa non vogliono piu' sentir parlare, altre invece decidono di aiutarla. Una di queste vittime che appare ''riconciliata'' con se stessa parlera' domani al Simposio, e' Marie Collins, una signora irlandese di una sessantina d'anni, abusata da ragazza da un sacerdote. ''Questo Simposio - afferma - e' una occasione importante e segna un punto di svolta: in passato c'erano anche brave persone, ma sono state prese decisioni sbagliate e politiche sbagliate, ora si puo' lavorare a un futuro piu' sicuro per i bimbi''. Da domani il Simposio entra nel vivo, con contributi dai 5 continenti, per contrastare i crimini sessuali che da Paese a Paese e da cultura a cultura sono percepiti in modi a volte differenti. In questo la Chiesa cattolica puo' sfruttare la sua universalita' per elaborare un linguaggio e una risposta comune nelle differenti Chiese. A fine lavori, intanto, si aprira' a Monaco un Centro per la protezione dei bambini.

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