lunedì 20 febbraio 2012

Il Papa: La Chiesa non si auto-regola, non dà a se stessa il proprio ordine, ma lo riceve dalla Parola di Dio, che ascolta nella fede e cerca di comprendere e vivere (Testone)

Il Papa: nella Chiesa anche il diritto e l'autorità poggiano sulla fede

E il ministero del Pontefice non è altro che «sollecitudine per la comunione universale»

Saverio Testone

Roma
«Questa domenica è particolarmente festosa qui in Vaticano a motivo del concistoro con cui ieri ho creato 22 cardinali».
Quando il Papa dalla finestra del suo studio saluta i fedeli radunati in piazza San Pietro per l'Angelus, dalle sue parole trapela soddisfazione per aver dato alla Chiesa altri 22 porporati, più che «principi della Chiesa» come si chiamavano un tempo, suoi collaboratori e consiglieri.
La soddisfazione non toglie a Benedetto XVI alcuna lucidità nel sottolineare ancora cosa si aspetta dai cardinali, e così se sabato li aveva richiamati a una «logica di servizio» e non a quella «mondana del potere e della gloria», ieri, nella prima messa con loro, rimarca: «tutto nella Chiesa» «anche il diritto, anche l'autorità» «poggiano sulla fede».
«La Chiesa non si auto-regola, non dà a se stessa il proprio ordine, ma lo riceve dalla Parola di Dio, che ascolta nella fede e cerca di comprendere e vivere». E il ministero del Papa non è altro che «sollecitudine per la comunione universale della Chiesa in Cristo».
Dunque, i cardinali alla «dignità» ricevuta devono rispondere con un «supplemento di disponibilità».
«Maria aiuti me e i cardinali a lavorare per l'unità del popolo di Dio», dirà ancora all'Angelus. Nella messa nella basilica vaticana, gremita di delegazioni nazionali – per l'Italia anche il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri – autorità, diplomatici e gente comune dai cinque continenti, il Papa si ispira inoltre all'altare della cattedra di Pietro del Bernini, per spiegare attraverso questo «conosciutissimo elemento artistico», su cosa si fondi l'autorità papale e, di riflesso, a cosa servano i cardinali.
Il «seggio di Pietro» ricorda l'autorità data da Gesù a Pietro di guidare la Chiesa, si basa sulla tradizione, e sull'amore, e «l'amore poggia sulla fede». «L'Eucaristia – ha ricordato ancora Benedetto XVI nel suo ragionamento – è «Sacramentum caritatis Christi», mediante il quale Egli continua ad attirarci tutti a sé, come fece dall'alto della croce. Pertanto – ha scandito – presiedere nella carità significa attirare gli uomini in un abbraccio eucaristico, l'abbraccio di Cristo, che supera ogni barriera e ogni estraneità, e crea la comunione dalle molteplici differenze».
Alla fine dunque si torna alla fede, alla quale Benedetto XVI ha dedicato un Anno specifico, che si aprirà l'11 ottobre, e durante il quale la Chiesa si concentrerà sulla nuova evangelizzazione. La preparazione dell'Anno della fede e la nuova evangelizzazione, tra l'altro, sono stati al centro della giornata di riflessione e preghiera del Papa con i cardinali, venerdì, a partire dalla relazione dell'arcivescovo di New York Timothy Dolan su stile e strategia per la nuova evangelizzazione ed eredità del Concilio Vaticano II. Altra immagine proposta dal Papa ai nuovi cardinali, è quella della Chiesa «come una finestra, il luogo in cui Dio si fa vicino, si fa incontro al nostro mondo».
Oggi Benedetto XVI riceverà in udienza i nuovi cardinali, ulteriore occasione di approfondimento circa la missione dei porporati al suo fianco e su cosa il Pontefice si aspetti da loro.

© Copyright Gazzetta del sud, 20 febbraio 2012

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