giovedì 16 febbraio 2012

Il destino del Papato di Joseph Ratzinger è questo: difendersi dagli attacchi esterni, riformare la Chiesa e sconfiggere il nemico interno (Sechi)

Su segnalazione della nostra Alessia leggiamo:

Essere laici ma non laicisti

Di MARIO SECHI

Far pagare l’Ici sui beni immobili destinati ad uso commerciale è giusto - e su questo giornale siamo stati i primi ad auspicare una soluzione - ma lasciare che la decisione sia oggetto di sfruttamento per altri fini è controproducente per tutti.
Evitare una procedura d’infrazione dell’Europa va bene, ma spero vivamente che il presidente del consiglio Mario Monti faccia i passi necessari per non essere strumentalizzato dai laicisti che dell’attacco alla Chiesa hanno fatto una remunerativa professione. Far pagare l’Ici sui beni immobili destinati ad uso commerciale è giusto - e su questo giornale siamo stati i primi ad auspicare una soluzione - ma lasciare che la decisione sia oggetto di sfruttamento per altri fini è controproducente per tutti.
La Chiesa ha compiuto in passato l’errore di considerare cristallizzata una situazione da molto tempo dibattuta e usata abilmente per condurre una battaglia ideologica contro il Vaticano. Un punto debole lasciato scoperto prima o poi diventa una falla pericolosa. È una realtà che la Santa Sede ha sottovalutato e in uno scenario di crisi economica e di difficoltà delle famiglie quest’ombra si è allargata dando il via a una serie di critiche che hanno aperto un varco anche tra quei cattolici che apprezzano il grande magistero di Papa Benedetto XVI in campo teologico, ma hanno dubbi sulla conduzione della Segreteria di Stato e della stessa Conferenza Episcopale. La vicenda della fuga di notizie dal Palazzo Apostolico (e pubblicazione delle lettere private del Papa) è una impietosa testimonianza di questo stato di cose.
Il destino del Papato di Joseph Ratzinger era questo: difendersi dagli attacchi esterni, riformare la Chiesa e sconfiggere il nemico interno che negli ultimi due anni non ha esitato a mostrare la faccia crudele e il braccio impietoso, fino a colpire la stessa figura del Pontefice
.
Per questo la dialettica tra Vaticano e Stato italiano deve essere piena, costruttiva da entrambe le parti. Il governo deve far valere le proprie leggi, ma senza apparire punitivo o dimesso. La Santa Sede deve collaborare, recuperare la sua saggezza diplomatica e mettere a disposizione del governo ogni informazione utile per arrivare a una soluzione equa. Ma attenzione, la Chiesa non deve neppure essere remissiva, deve rivendicare il suo ruolo nell’assistenza, nel no profit, nell’educazione. Siamo in Italia e, come diceva Benedetto Croce, la Storia ci ricorda che non possiamo non dirci cristiani.

© Copyright Il Tempo, 16 febbraio 2012 consultabile online anche qui.

Nessun commento: