Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Incontro a porte chiuse
Benedetto XVI riunisce i cardinali dopo il caso del “corvo” Oltretevere
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
«Corvi e veleni come alla procura di Palermo ai tempi di Falcone». Uno strettissimo collaboratore di Benedetto XVI sintetizza così la «guerra di carta» in corso in Vaticano. Venerdì il Papa riunirà a porte chiuse il proprio «senato» (cioè tutti i cardinali) per affrontare i problemi più urgenti della Chiesa, mentre le tensioni interne sono a livelli di guardia. Il «Fatto quotidiano» torna all’attacco, dopo aver pubblicato una lettera riservata dell’ex segretario generale del Governatorato, Carlo Maria Viganò, un appunto confidenziale sullo Ior e un memorandum su un presunto attentato ai danni del Papa.
Il giornale annuncia rivelazioni sul «sacro» riciclaggio.
Intanto infuria a colpi di dossier passati ai mass media lo scontro tra la vecchia gestione della Segreteria di Stato vicina al decano Sodano e l’attuale dirigenza legata a Bertone. Significativamente il Pontefice ha affidato ad un porporato fuori dalle cordate di Curia (l’arcivescovo di New York, Dolan) l’introduzione alla riunione pre-concistoro.
Dietro agli ultimi scandali ci sarebbe una strategia per mettere pressione al Papa affinché cambi il 77enne segretario di Stato, Bertone.
«Non parlo. Chi ha domande da fare, le ponga a chi ha consegnato il documento», si limita a dire il cardinale Dario Castrillon Hoyos, ministro del Clero durante il pontificato di Wojtyla, che, nel corso di un’udienza privata a metà gennaio, avrebbe dato a Benedetto XVI l’appunto in lingua tedesca in cui si racconta di un viaggio compiuto in Cina a novembre dall’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che ieri ha ribadito «assoluta fedeltà al Santo Padre». A Pechino avrebbe profetizzato la morte di Joseph Ratzinger entro i prossimi 12 mesi in seguito a un «complotto delittuoso». Uno scenario «fantasy» alla Dan Brown.
Nei Sacri Palazzi smentiscono le ipotesi circolate sulla finalità del blitz nel celeste impero del sodaniano Romeo (mediare per un viaggio papale in Cina). L’unica cosa certa è la visita «privata» del porporato: è durata in tutto cinque giorni, compresi i due per il viaggio, ha incontrato uomini d’affari e «interlocutori» cinesi. Nessuna missione segreta, insomma. Tra Romeo e gli attuali vertici diplomatici è gelo totale da cinque anni.
© Copyright La Stampa, 12 febbraio 2012
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3 commenti:
Spero ardentemente che, per questa sconcertante e squallida vicenda e soprattutto per il bene della Chiesa,il Santo Padre assuma provvedimenti forti ed esemplari.
La Chiesa è un'altra cosa!
Giovanni Paolo II era sempre in giro per il mondo, e, inevitabilmente, la Curia aveva assunto un ruolo troppo decisionale. La segreteria di stato di Bertone mi sembra nelle stesse condizioni: con un segretario di stato sempre in giro per il mondo, era evidente che avrebbero assunto un ruolo molto importante tutti gli impiegati, anche quelli di secondo e terzo ordine. La vergognosa fuga di notizie e di documenti a cui assistiamo, lo dimostra. un segretario di stato deve stare nel suo ufficio, e controllare severamente il lavoro di tutti i suoi collaboratori, anche di chi fa le pulizie, perchè anche chi spolvera può vedere un documento, fotocopiarlo e farlo uscir fuori.............
Romeo classe 1938, il prossimo anno compirà 75 anni.... bene...periamo che il pap non accordi a questo porporato un giorno in più di permanenza a palermo. Comunque un posticino al sole vicino Shangai sarebbe bene per il porporato.
Buona notte a tuti e speriamo che arrivi presto il 2013. Con papa bnedetto ancora in vita
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