martedì 13 novembre 2012

Venti anni del Catechismo. I commenti di padre Kowalczik: le vie per conoscere Dio


Venti anni del Catechismo. I commenti di padre Kowalczik: le vie per conoscere Dio 

Conoscere Dio: è questo uno dei temi fondamentali nella vita di ogni cristiano e su cui si sofferma anche il Catechismo della Chiesa cattolica. Proprio la dimensione della conoscenza di Dio viene affrontata oggi dal padre gesuita Dariusz Kowalczyk, nella nostra rubrica dedicata ai 20 anni di questo testo fondamentale della Chiesa: 

Possiamo noi conoscere Dio solo con le nostre forze? La risposta a tale domanda può essere “si” o “no” a seconda di come intendiamo la parola “conoscenza”. Non possiamo dare una dimostrazione cogente dell’esistenza di Dio, perché l’Assoluto non può essere racchiuso in nessun sistema del pensiero umano. Possiamo però conoscere Dio – come leggiamo al numero 31 del Catechismo – nel senso di avere “argomenti convergenti e convincenti che permettono di raggiungere vere certezze”. In altre parole, una cosa è che uno partendo dal mondo possa arrivare alla conoscenza di Dio; un’altra: che questa conoscenza venga trasmessa con una dimostrazione cogente all'altro.

Il Catechismo parla pertanto non della “dimostrazione” di Dio, ma della sua “conoscenza”. Per la stessa ragione è meglio parlare non tanto delle “prove dell’esistenza di Dio”, ma delle “vie” che portano alla conoscenza dell’Assoluto. 

Il Catechismo fa un riferimento al libro della Sapienza in cui troviamo le parole forti: “Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero colui che è […] Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore” (13,1-5). Abbiamo anche l’affermazione chiara del Concilio Vaticano I: “La santa Chiesa […] sostiene e insegna che Dio […] può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create”. 

Invitati dal Catechismo a conoscere Dio possiamo fare un esercizio che troviamo negli “Esercizi Spirituali” di sant’Ignazio Loyola. Si tratta di osservare “come Dio abita nelle creature: negli elementi dando l’essere, nelle piante facendole vegetare, negli animali facendogli sentire, negli uomini facendogli intendere” (n. 235). E proclamiamo insieme al salmista: “I cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,1).

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