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Il punto e' che nel 2010 molti vaticanisti (non tutti ovviamente) andarono dietro "all'onda mediatica" e non seppero o vollero spiegare i meriti di Ratzinger, cardinale e Papa, nella lotta alla pedofilia.
Nel 2011 accadde poi un fatto assurdo: molti addetti ai lavori (non tutti!) parlarono della denuncia dello Snap all'Aja come se fosse un fatto nuovo senza puntualizzare l'impegno del Santo Padre. Paradossalmente fu la stampa laica e laicista a riconoscere quanto fatto negli anni precedenti.
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1 commento:
Già! Paradossalmente nei momenti mediaticamente peggiori del pontificato di Papa Benedetto sono stati i laici a scendere in campo.
Sarei tentata di dire che la categoria dei vaticanisti oggi, con Papa Benedetto, si è dimostrata, in alcuni deplorevoli casi, inutile se non dannosa, ma sarei ingiusta di fronte a grandi esempi di professionalità, onestà e preparazione forniti da giornalisti come la brava Ambrogetti, Izzo, Magister, Tornielli, Galeazzi, Tosatti, Stefano M. Paci e tanti altri che non cito. Capita però che ci sia chi, a dispetto dell'indubbia levatura, più che fare informazione fa della disinformazione e narra la Chiesa secondo i propri desiderata e/o posizioni ideologiche, per non parlare della reticenza di fronte alla genesi di alcuni spiacevoli avvenimenti che possono indurre a a pensare i più sprovveduti che Benedetto XVI abbia accumulato colpe, non sue (!) fin da quando era in fasce. Inoltre, come non irritarsi di fronte al pressapochismo di altri?
Alessia
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