sabato 10 novembre 2012

Mons. Müller: neo-ateismo disumano e intollerante, la fede è sempre moderna e apre alla speranza


Mons. Müller: neo-ateismo disumano e intollerante, la fede è sempre moderna e apre alla speranza 

La Chiesa è “promotrice della vera ‘modernità’, in cui la speranza torna per tutti possibile nell’apertura a Dio, futuro dell’uomo”: è quanto ha affermato oggi mons. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel suo intervento alla giornata conclusiva del quinto Congresso Mondiale di Metafisica, organizzato a Roma dalla Fondazione Idente di Studi e di Ricerca. Il servizio di Sergio Centofanti.

La fede è anche oggi più che mai “moderna” e apre alla speranza di fronte al pessimismo di quanti negano “la possibilità della conoscenza di Dio per mezzo della Rivelazione. Mons. Müller è esplicito: “l’ottimismo della visione cristiana del mondo e dell’uomo si contrappone alla “visione del mondo pseudo-scientifica propagandata dal neo-ateismo” che “viene ai nostri giorni esaltata come programma di opinione da imporre all’intera umanità”. Di qui il “carattere disumano e intollerante” di questa visione nichilista che si maschera con una “morale filantropica e umanitaria”, per cui “se qualcuno crede all’esistenza di un Dio personale, a costui non deve essere concesso diritto d’esistenza né mentale, avendo contratto un ‘virus divino’ che richiede di essere isolato, né fisica, e deve perciò essere considerato un parassita”. 
Eppure – ha affermato il presule – “diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta l'uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?”. “È un fatto – ha rilevato mons. Müller - che la vita dell'uomo sulla terra sia breve, e quanto più passano i suoi giorni, tanto più ciascuno percepisce la brevitas vitae come una sfida esistenziale. Ma proprio questo è il punto: merita profittare del tempo quale risorsa per destarsi dal sonno dell'ideologia dell'autorealizzazione e dell'uomo che si costruisce da sé”. 

Infatti – ha sottolineato il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - ”l'uomo riconosce se stesso come persona” solo alla luce di Dio: “solo in Dio incontra la pace nella sua ricerca della verità e nella sua tensione al bene”. E solo in Dio realizza la sua piena libertà “sotto forma di amore”. “La forma della libertà umana, quindi, non si realizza nell'opposizione a Dio”, come vorrebbe il neo-ateismo, “ma solo sul fondamento della perfetta libertà spirituale di Dio. Se Dio viene esaltato, anche l'uomo viene esaltato di conseguenza. La salvezza dell'uomo – ha concluso mons. Müller - non può che arrivare dal Dio che offre liberamente all'uomo la sua grazia”.

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