sabato 3 novembre 2012

Il Papa: il buon ladrone ha preceduto anche i cardinali sulle via della salvezza. La morte è rimasta uguale, la visita ai cimiteri rinsalda la fede (Izzo)

PAPA: BUON LADRONE HA PRECEDUTO ANCHE CARDINALI SU VIA SALVEZZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 3 nov. 

La speranza cristiana "riposa sull'amore di Dio che risplende nella Croce di Cristo e che fa risuonare nel cuore le parole di Gesu' al buon ladrone: 'Oggi con me sarai nel Paradiso'". 
Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata all'altare della Cattedra della Basilica di San Pietro in memoria dei cardinali e vescovi morti negli ultimi dodici mesi, un lungo elenco letto dal Pontefice, che si chiudeva con i nomi dei cardinali italiani Carlo Maria Martini e Fortunato Baldelli.
"Possiamo riconoscere in essi - ha detto Papa Ratzinger - quei discepoli miti, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace di cui ci ha parlato il Vangelo: amici del Signore che, fidandosi della sua promessa, nelle difficolta' e anche nelle persecuzioni hanno conservato la gioia della fede, ed ora abitano per sempre la casa del Padre e godono della ricompensa celeste, ricolmi di felicita' e di grazia". "I pastori che oggi ricordiamo - ha aggiunto - hanno servito la Chiesa con fedelta' e amore, affrontando talvolta prove onerose, pur di assicurare al gregge loro affidato attenzione e cura. Nella varieta' delle rispettive doti e mansioni, hanno dato esempio di solerte vigilanza, di saggia e zelante dedizione al Regno di Dio, offrendo un prezioso contributo alla stagione post-conciliare, tempo di rinnovamento in tutta la Chiesa". 
"La Mensa eucaristica, alla quale si sono accostati, dapprima come fedeli e poi, quotidianamente, come ministri, anticipa nel modo piu' eloquente quanto il Signore ha promesso nel 'discorso della montagna': il possesso del Regno dei cieli, il prendere parte alla mensa della Gerusalemme celeste. Preghiamo - ha concluso il Pontefice - perche' cio' si compia per tutti". 

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PAPA: MORTE E' RIMASTA UGUALE, VISITA CIMITERI RINSALDA LA FEDE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 3 nov. 

Anche se la cultura moderna sembra averla rimossa come tema dai nostri orizzonti, "la morte riguarda l'uomo di oggi esattamente come quello di allora; e anche se tante cose dei tempi passati ci sono diventate estranee, la morte e' rimasta la stessa: di fronte a questa realta', l'essere umano di ogni epoca cerca uno spiraglio di luce che faccia sperare, che parli ancora di vita, e anche la visita alle tombe esprime questo desiderio". 
Benedetto XVI lo ha ricordato nell'omelia della messa celebrata in San Pietro per i cardinali e vescovi morti negli ultimi dodici mesi.
Per il Papa, "i luoghi della sepoltura costituiscono come una sorta di assemblea, nella quale i vivi incontrano i propri defunti e con loro rinsaldano i vincoli di una comunione che la morte non ha potuto interrompere". "Qui a Roma, in quei cimiteri peculiari che sono le catacombe, avvertiamo, come in nessun altro luogo - ha osservato - i legami profondi con la cristianita' antica, che sentiamo cosi' vicina. 
Quando ci inoltriamo nei corridoi delle catacombe romane, come pure in quelli dei cimiteri delle nostre citta' e dei nostri paesi, e' come se noi varcassimo una soglia immateriale ed entrassimo in comunicazione con coloro che li' custodiscono il loro passato, fatto di gioie e di dolori, di sconfitte e di speranze". Nella sua riflessione di oggi, il Pontefice ha sottolineato soprattutto che "come cristiani rispondiamo alla questione della morte con la fede in Dio, con uno sguardo di solida speranza che si fonda sulla Morte e Risurrezione di Gesu' Cristo". 
"La morte - ha spiegato - apre alla vita, a quella eterna, che non e' un infinito doppione del tempo presente, ma qualcosa di completamente nuovo. 
La fede ci dice che la vera immortalita' alla quale aspiriamo non e' un'idea, un concetto, ma una relazione di comunione piena con il Dio vivente: e' lo stare nelle sue mani, nel suo amore, e diventare in Lui una cosa sola con tutti i fratelli e le sorelle che Egli ha creato e redento, con l'intera creazione". "Questa - ha quindi concluso Papa Bendetto - e' la vita giunta alla sua pienezza: quella in Dio; una vita che noi ora possiamo soltanto intravedere come si scorge il cielo sereno attraverso la nebbia". 

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