sabato 10 novembre 2012

Gabriele: Ho dato a tecnico informatico documenti


Vaticano/ Maggiordomo: Ho dato a tecnico informatico documenti

Una busta con dentro materiale finito nel libro di Nuzzi

Città del Vaticano, 10 nov. (TMNews) 

E' stato il maggiordomo del Papa a dare a Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della segreteria di Stato vaticana, i documenti contenuti nella busta, rinvenuta in un cassetto della sua scrivania durante una perquisizione, che è stata all'origine del suo arresto il 25 maggio e della sua condanna oggi. A confermare questo dettaglio è stato lo stesso Paolo Gabriele, chiamato a deporre durante il dibattimento di stamane.
"Il contenuto della busta è stato consegnato da me, la busta non ricordo, certo il timbro non l'ho messo io", ha detto Gabriele. 
La busta, consegnata a Sciarpelletti due anni fa, recava il timbro dell'ufficio Informazione e Documentazione della segreteria di Stato, guidato da mons. Carlo Maria Polvani. Un timbro che - ha precisato Polvani nella sua deposizione - si trovava accanto ad un fax in un corridoio lungo il quale passavano molte persone ed era usato "una ventina" di volte al giorno. In una prima deposizione, tuttavia, Sciarpelletti aveva riferito che a dargli la busta era stato Polvani. Paolo Gabriele, oggi, ha precisato che era stato lui a dargli quei fogli, senza poter dire "con certezza", però, come glieli ha dati, perché "è passato molto tempo" e "non ricordo se glieli ho consegnati in una busta o sciolti, contestualmente o in tempi diversi".
Paolo Gabriele ha detto, più in generale, che faceva vedere spesso a Sciarpelletti le informazioni che trovava su internet relative a "discorsi del Papa, magistero della Chiesa o notizie di attualità che potevano essere di qualche interesse per chi ama la Chiesa", ma ha precisato di non aver "mai consegnato documenti di ufficio a Claudio Sciarpelletti". Nel corso degli interrogatori, il maggiordomo del Papa aveva spiegato di aver passato i documenti a Sciarpelletti per "fargli capire il clima che si viveva in quel momento in Vaticano. Era un amico con cui mi confidavo e lui si è offerto di prendere informazioni su Catano e Vangeli", due persone citate nella sentenza di rinvio a giudizio senza molti dettagli.
Durante gli interrogatori, poi, Paolo Gabriele ha precisato di ritenere "ridicolo" il contenuto dei documenti in quella busta. "Li ho considerati ridicoli adesso, ma all'epoca (due anni fa, ndr) mi aveva preoccupato perché raccoglievo molte preoccupazioni di persone agitate per quello che stava succedendo" in Vaticano, "cose che avevo saputo da più parti". Ancora: "Catano mi ha chiesto di verificare i documenti che mi ha consegnato e io gli ho risposto che mi sembravano ridicoli".
Nella busta trovata nell'ufficio di Sciarpelletti era presente un libello intitolato 'Napoleone in Vaticano' e finito nel libro di Gianluigi Nuzzi 'Sua Santità', e inoltre - è emerso oggi - altro materiale scaricato da internet e una mail da un account che si nascondeva dietro il nome 'nuvola'.

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