venerdì 16 novembre 2012

Crisi, Scola: se non rinnova la politica non si chiedano sacrifici (Izzo)

CRISI: SCOLA,SE NON SI RINNOVA POLITICA NON SI CHIEDANO SACRIFICI 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 nov. 

"Se non si rinnova la politica attraverso una nuova cultura non sara' possibile creare soggettivita' sociale nuova". Lo afferma il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, in un'intervista a Repubblica. Ai cittadini, spiega, "si chiedono sacrifici" senza offrire loro la possibilita' di una reale partecipazione che e' "come dire: pagate tutti, ma le leggi le detto io".
Per Scola, davanti a una crisi che "morde la carne di tante persone", manca una visione. "Ci vuole una nuova cultura politica", sottolinea. "Non e' giusto - aggiunge - che una cosa che tocca tutti cosi' da vicino rimanga ancorata a un linguaggio criptico, basti vedere gli inglesismi e le sigle". Il problema riguarda la democrazia: "non ci si puo' lasciare schiacciare - ragiona il cardinale di Milano - sulla crisi finanziaria, che pure va presa di petto con estrema serieta'. Parlando di una nuova cultura politica intendo dire - chiarisce - che dobbiamo partire dai centri di potere effettivi. Che oggi sono dislocati". "Una volta - ricorda - ho parlato della guerra dello spread, si potrebbe parlare del fatto che l'unica sovranita' che resta al Paese e' quella del debito pubblico".
Ad aggravare la situazione c'e' poi il fatto che la gente sta perdendo fiducia nella democrazia, "in buona parte - sceondo Scola - a causa degli errori dei politici e della debolezza di noi tutti". 
La corruzione, osserva, "e' il segno di una crisi strutturale. Il partito e' una forma che va ripensata. Pero' - assicura - io continuo a credere che la societa' civile italiana sia una grande risorsa". In proposito, il cardinale Scola - che oggi e' a Londra, dove alla Camera dei Lord parlera' della sua Fondazione Oasis, e del confronto tra fedi e culture diverse - non si sottrae a una domanda sui casi di corruzione alla Regione Lombardia, governata dal cattolico Formigoni e respinge l'accusa che la Choiesa sia rimasta silente. "Io penso - dice - che in tutti i casi la Chiesa la denuncia l'abbia fatta. Poi devi dare a chiunque la possibilita' di difendersi e in ogni caso di ritrovarsi. Ma credo che non si debba assolutamente sottovalutare il fenomeno corruttivo, farlo sarebbe un errore gravissimo, bisogna combatterlo, ognuno a partire dalla posizione che occupa". Per Scola, pero', "il male e' anche negli uomini di Chiesa. Il "personale" della Chiesa e' fatto di poveri uomini, uomini che sbagliano talora molto". Giovanni Paolo II - tiene a ricordare - ha formulato la tesi profonda: il male si batte circondandolo da ogni parte con il bene. Anche Benedetto XVI e' intervenuto fortemente con il tema della necessaria purificazione".

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