Dimissioni di Benenetto XVI? Secca smentita del Vaticano
Ipotesi non esclusa nel libro-intervista di Ratzinger
Eva Bosco
VATICANO
Prima carte riservate messe in circolo, poi voci di dimissioni. Si nutre di molte suggestioni l'affaire "complotto al Papa" che ha preso piede sulla scia di articoli di stampa e sembra non volersi fermare. Una vicenda supportata da fatti – perché i documenti esistono e la Santa Sede lo ha ammesso – ma nella quale, allo stesso tempo, si intrecciano interpretazioni e interessi che con la realtà hanno poco a che fare o sconfinano nelle opinioni.
Un'opinione era l'affermazione del vescovo emerito di Ivrea, mons. Bettazzi, che ieri ha detto la sua collegando i contenuti di un appunto che un cardinale ha consegnato al Papa con il fatto che Benedetto XVI penserebbe a dimettersi. Perché quell'appunto – finito sul Fatto Quotidiano – alludeva a un complotto. «Se mai si aprirà seriamente questo capitolo ne parleremo. Ora non c'è nulla di serio e niente da dire», ha osservato ieri padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, amareggiato per quanto sta accadendo, ma allo stesso tempo senza dare alcun peso reale alle speculazioni sulle dimissioni. Nel libro-intervista «Luce del mondo» lo stesso Benedetto XVI ha ammesso che se una grave malattia gli impedisse di esercitare il suo ruolo, potrebbe dimettersi. Ma «le vicende di questi giorni non hanno nulla a che fare con tutto questo nè con ipotesi di dimissioni», osserva Lombardi. Anzi, in quel libro Ratzinger aggiungeva che «quando il pericolo è grande non si deve scappare», non è quello il momento di lasciare. E in questa fase è in atto un «attacco alla Chiesa», come lo stesso Lombardi ha dichiarato in un editoriale pubblicato avantieri sera sulla Radio Vaticana in qualità di direttore dell'emittente.
Quanto all'idea del complotto o di un attacco al Papa, sembra trovare pochi appigli oggettivi. Se un pericolo di questo tipo fosse emerso in Vaticano dopo che l'appunto è stato consegnato in segreteria di Stato e al Papa, anche l'Ispettorato vaticano, la sezione della polizia italiana che d'intesa con le autorità della Santa Sede si occupa della sicurezza nell'area del Vaticano (per esempio in piazza San Pietro), avrebbe dovuto ricevere una segnalazione. Ma fonti dell'Ispettorato affermano che nessuna indicazione in tal senso è pervenuta e gli schemi d'intervento abituali – strutturati per rispondere a eventuali emergenze – non sono stati modificati, come sarebbe accaduto di fronte a più alto livello di allarme. Ieri a Roma, tra l'altro, c'era il cardinale di Sarajevo, Vinko Puljic e interpellato su questo punto, ha risposto: «Non sono molto preoccupato».
Certo, l'intero caso fa calare una nube sul piccolo Stato oltre il Tevere e i suoi protagonisti. Ieri sera si è riunito il Consiglio dei cardinali per un primo esame dei conti 2011 e del budget 2012 e inevitabilmente il discorso sarà caduto anche lì. L'incontro prosegue oggi e forse domani. Il 2010, dopo tre anni in rosso, si chiuse in attivo.
© Copyright Gazzetta del sud, 15 febbraio 2012
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2 commenti:
...Ora non c'è nulla di serio e niente da dire...
Qualcuno ha il coraggio di chiamre questa una secca smentita?
Alessia
No, non lo e'
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