martedì 14 febbraio 2012

Nuova Evangelizzazione, i vescovi d'Africa ed Europa uniscono gli sforzi. Card. Bagnasco: la cultura europea è minata da egoismo e nichilismo (Izzo)

NUOVA EVANGELIZZAZIONE: VESCOVI AFRICA E EUROPA UNISCONO SFORZI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 13 feb.

Vescovi africani ed europei sentono "il bisogno di unire le loro forze e i loro mezzi per annunciare meglio il Vangelo agli uomini e alle donne di oggi, in tutti i Paesi e continenti". Lo ha affermato il cardinale Theodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, aprendo l'incontro organizzato a Roma dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa e dal Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar sul tema "L'evangelizzazione oggi: comunione e collaborazione pastorale tra l'Africa e l'Europa".
All'evento partecipano circa 70 vescovi delegati delle Conferenze episcopali in Africa e in Europa, oltre a rappresentanti di dicasteri vaticani e organismi partner come Aiuto alla Chiesa che soffre e Missio. Giovedi' dopo una celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro, i partecipanti saranno ricevuti in udienza da Benedetto XVI; mentre venerdi' 17 febbraio si recheranno in pellegrinaggio al Santuario del Santo Volto di Manoppello.
I vescovi, ha proseguito l'arcivescovo di Dakar, "consapevoli della nuova interdipendenza tra i Paesi, popoli e continenti", e "coinvolti dalla globalizzazione nei suoi aspetti positivi e negativi", hanno "un grande desiderio di collaborazione tra le Chiese", per "precisare gli ambiti, le modalita' e le condizioni di questa collaborazione". Si tratta di "un'opportunita' per rafforzare la nostra comunione e approfondire l'amicizia e per guardare insieme alla nostra missione comune pastorale ed evangelizzatrice.
Siamo consapevoli che in questo momento storico ci troviamo dinanzi alla sfida della nuova evangelizzazione", ha detto da parte sua il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria, che ha salutato i partecipanti a nome del Ccee.
"Vogliamo parlare - ha spiegato il cardinale croato - di evangelizzazione partendo da un'esperienza di vita, la nostra comunione, e in vista di una missione specifica, quella del pastore. In questa missione, che consiste nella cura delle persone, tutto e' presente: sia le preoccupazioni sociali che quelle spirituali. Esse non sono separate l'una dall'altra, ma sono dimensioni di uno stesso sviluppo integrale della persona e della societa' umana".

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BAGNASCO: CULTURA EUROPEA E' MINATA DA EGOISMO E NICHILISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 13 feb.

"L'onda culturale dell'Europa e' inquinata dallo scetticismo veritativo che sfocia nel nichilismo valoriale: l'uno e l'altro generano tristezza e angoscia".
A descrivere ai vescovi africani la situazione del Vecchio Continente come "triste e appiattita sul presente materiale", perche' "decisa a combattere con la sua propria anima", e' stato questo pomeriggio il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, intervenuto all'incontro sulla Nuova Evangelizzazione promosso congiuntamente dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee - del quale e' vicepresidente - e dal Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar.
"Neppure il progresso materiale - ha detto il cardinale - puo' arginare quell'aria di infelicita' profonda, di mancanza di speranza nel futuro, che caratterizza la vera vecchiaia". In proposito Bagnasco, ha citato "una grande convertita dal marxismo nel secolo scorso, Madeleine Delbrel, per la quale "la vera vecchiaia e' quella dei nostri egoismi".
Per il presidente della Cei, "questo andamento culturale, potrebbe interessare in qualche misura anche il grande continente africano". "L'invasione violenta del consumismo sfrenato, fine a se stesso, corrode - infatti - il modo di pensare, le aspettative, e quindi le grandi tradizioni, i valori piu' veri, il senso di appartenenza ad una comunita' e ad un popolo, la solidarieta' fraterna" e "la globalizzazione corre ovunque, e con essa anche i dinamismi buoni, ma anche quelli perversi che e' necessario contrastare".
Per il cardinale Bagnasco, "in questa prospettiva, diventa sempre piu' evidente quanto il rapporto dell'Europa con l'Africa avvenga non solo sul piano della solidarieta' materiale verso coloro che ingiustamente spesso non siedono al tavolo del benessere - e questo rapporto deve assolutamente continuare - ma anche della reciprocita' culturale ed ecclesiale, cioe' nel dialogo operoso". Ricordando quanto affermato recentemente da Benedetto XVI riguardo al fatto che l'Africa con la sua fede profonda puo' rappresentare "una grande medicina contro la stanchezza dell'essere cristiani che sperimentiamo in Europa", il presidente della Cei ha sottolineato che "il dialogo tra i due continenti si sviluppa su due versanti: quello culturale e quello ecclesiale fatto di sostegno e di servizio". Infatti, ha osservato, "insieme alla testimonianza ammirabile della gioia della fede nonostante difficolta' economiche, politiche, culturali e a volte anche religiose, l'Africa dona alle Chiese europee il servizio di non pochi sacerdoti: presbiteri fidei donum o studenti sono una presenza pastorale preziosa per molte delle nostre comunita' cristiane". Ma, ha concluso, "la diminuzione del Clero in Europa non deve essere la motivazione di questo scambio di servizio pastorale, come gia' e' stato rilevato nel Seminario di Abidjan nel 2010", bensi' "solo l'occasione che stimola tutti ad intensificare la circolazione dei doni, in quello spirito di comunione ecclesiale che manifesta la cattolicita' della Chiesa come sacramento di salvezza e segno di unita' del genere umano".

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