martedì 7 febbraio 2012

Marie Collins: Ho iniziato a guarire il giorno in cui il mio violentatore ha riconosciuto davanti al giudice la propria responsabilità (Chirri)

PEDOFILIA: VITTIMA, ASCOLTATECI E DATECI GIUSTIZIA ABUSATA DA PRETE PARLA A VESCOVI, UDITORIO 'SINCERAMENTE TOCCATO'

(ANSA) - ROMA, 7 FEB

''Ho iniziato a guarire il giorno in cui il mio violentatore ha riconosciuto davanti al giudice la propria responsabilità''.
''E' stato importante per me oggi parlare davanti ai vescovi ed essere ascoltata da loro, anche se e' stato difficile, sono contenta di averlo fatto''.
Marie Collins, irlandese, 63 anni, racconta ai giornalisti la propria esperienza che, da vittima - a 13 anni un sacerdote abuso' di lei mentre era ricoverata in ospedale - l'ha portata oggi ad essere ''insegnante'' per i leader della Chiesa cattolica, la sua Chiesa, ai quali il Papa ha chiesto di ascoltare le vittime e costruire una cultura che protegga i bambini.
I disagi mentali successivi alla violenza subita l'hanno perseguitata per tutta la vita, anche dopo il matrimonio d'amore a 29 anni e la nascita di un figlio. Solo con l'arresto e la confessione del suo aggressore, ha iniziato a superare i disturbi psicologici. Marie Collins, dopo l'esperienza di questa mattina, e' apparsa comunque provata, meno energica dei giorni scorsi. ''E' importante - ha ribadito - che i colpevoli chiedano perdono e la Chiesa chieda perdono per non aver protetto i bambini, il Papa lo ha fatto, i vescovi seguano il Papa. Sta poi alle vittime decidere se concedere o no questo perdono''.
'''E' impossibile dimenticare - ha raccontato la signora ai leader della Chiesa cattolica riuniti alla Gregoriana per il Simposio contro la pedofilia del clero - anche se sono passati quasi cinquanta anni, e non posso mai sfuggire ai suoi effetti''. ''Il fatto che colui che abusava di me fosse un prete - ha raccontato Collins all'uditorio attento, silente e 'realmente toccato', secondo quanto riferito dal presule americano Stephen Rossetti, - aumento' la grande confusione che avevo in testa: quelle dita che volevano abusare del mio corpo la notte precedente erano le stesse che il mattino successivo tenevano e mi offrivano la sacra ostia; le mani che tenevano la macchina fotografica per riprendere il mio corpo denudato, alla luce del giorno reggevano un libro di preghiere quando veniva ad ascoltare la mia confessione''.
''Mi avevano insegnato che i preti erano al di sopra degli uomini normali, e questo non faceva che aumentare il mio senso di colpa e la convinzione che quanto era avvenuto fosse colpa mia e non sua''. Oltre ai problemi di depressione e ansieta' che dai 17 anni l'hanno accompagnata per quasi trenta, Collins ha descritto ai leader della Chiesa l'importanza del ruolo della stampa: a 47 anni, aiutata da un medico, aveva denunciato il suo stupratore, ma la Chiesa aveva insabbiato; dieci anni dopo, sull'onda dell'esplodere dello scandalo anche in Irlanda, decide di parlare. In occasione della prima denuncia, la delusione era stata grandissima, soprattutto perche' i responsabili della Chiesa non avevano neutralizzato l'assalitore che, fino al suo arresto un decennio dopo, ha continuato ad abusare di ragazze. ''Sono certa - ha commentato - che ho fatto bene ad essere qui oggi, a parlare ai vescovi, e che loro mi abbiano ascoltato; il mio scopo e' proteggere il futuro dei bambini, visto che per il passato non possiamo fare niente; avverto oggi una consapevolezza nuova nella Chiesa, voglio contribuire a questo cammino''.

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