Il Papa: verso i colpiti solidarietà e generosità
Fausto Gasparroni
CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa non resta indifferente di fronte alle sofferenze, ai disagi, alle numerose morti, provocati dall'ondata di neve e gelo che ha investito non solo le regioni italiane. In un appello al termine dell'udienza generale, ieri ha espresso la sua «vicinanza» verso quanti sono stati colpiti dal maltempo di questi giorni in tutta Europa e ha esortato alla «solidarietà» e alla «generosità» nei soccorsi alle «persone provate da tali tragici eventi». Mentre il continente continua ad essere flagellato dal freddo siberiano, e dopo che l'emergenza gelo ha causato la morte di almeno 450 persone, Benedetto XVI ha fatto sentire la sua voce perché gli aiuti siano corposi ed efficaci. «Nelle ultime settimane un'ondata di freddo e di gelo si è abbattuta su alcune Regioni dell'Europa provocando forti disagi e ingenti danni, come sappiamo», ha detto il Pontefice parlando ai fedeli riuniti nell'Aula Paolo VI. «Desidero manifestare – ha proseguito – la mia vicinanza alle popolazioni colpite da così intenso maltempo, mentre invito alla preghiera per le vittime e i loro familiari».
«Allo stesso tempo – ha aggiunto papa Ratzinger – incoraggio alla solidarietà affinché siano soccorse con generosità le persone provate da tali tragici avvenimenti».
L'attenzione del Pontefice è rivolta sia verso i Paesi più colpiti, in particolare nell'est europeo, con centinaia di morti per assideramento, sia verso la stessa Italia, dove già ci sono state almeno 40 vittime dall'inizio dell'emergenza e dove è attesa nel fine settimana una nuova perturbazione di aria gelida proveniente dalla Siberia. Intanto la Chiesa italiana, tramite la Caritas, è impegnata «in uno sforzo straordinario», dice all'Osservatore Romano il vice direttore Francesco Marsico, per le attività di soccorso verso chi si trova in condizioni più disagiate, sia nella grandi città che nei piccoli centri. L'appello di Benedetto XVI ieri ha trovato un singolare parallelismo con le sue stesse parole nell'udienza generale, «Davanti alle situazioni più difficili e dolorose, quando sembra che Dio non senta, non dobbiamo temere di affidare a Lui tutto il peso che portiamo nel cuore, non dobbiamo avere paura di gridare a Lui la nostra sofferenza», ha detto il Papa commentando la preghiera di Gesù sulla croce, il grido che lancia al Padre: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». «La preghiera di Gesù morente sulla Croce – ha auspicato il Pontefice – ci insegni a pregare con amore per tanti fratelli e sorelle che sentono il peso della vita quotidiana, che vivono momenti difficili, che sono nel dolore, che non hanno una parola di conforto, perché anch'essi possano sentire l'amore di Dio che non abbandona».
© Copyright Gazzetta del sud, 9 febbraio 2012
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