domenica 19 febbraio 2012

L'omelia del Papa: una smentita alle dimissioni, un tocco di modernità e un rimprovero ai cardinali (D'Anna)

Concistoro/ L'omelia del Papa: una smentita alle dimissioni, un tocco di modernità e un rimprovero ai cardinali

L'omelia tenuta da papa Benedetto XVI nel corso della Messa con cui sono stati creati e pubblicati 22 nuovi cardinali, può essere interpretato come una riaffermazione del suo "programma" pontificale, già espresso il 20 aprile 2005, nella prima Messa dopo l'elezione, e come una risposta alle polemiche e ipotesi circolate in Vaticano in questi giorni convulsi a proposito delle sue dimissioni. L'analisi punto per punto

Di Antonino D'Anna

L'omelia tenuta da papa Benedetto XVI nel corso della Messa con cui sono stati creati e pubblicati 22 nuovi cardinali, può essere interpretato come una riaffermazione del suo "programma" pontificale, già espresso il 20 aprile 2005, nella prima Messa dopo l'elezione, e come una risposta alle polemiche e ipotesi circolate in Vaticano in questi giorni convulsi a proposito delle sue dimissioni. Vediamo alcuni passi salienti:

IL RUOLO DI PIETRO - Il Papa inizia il discorso riallacciandosi al canto d'ingresso, "Tu es Petrus" (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa). E dice: "Sono le parole efficaci con le quali Gesù ha costituito Pietro quale saldo fondamento della Chiesa". E ancora: ". "Nell'annuncio di Cristo la Chiesa viene legata a Pietro e Pietro viene posto nella Chiesa come roccia; ma colui che edifica la Chiesa è Cristo stesso, Pietro deve essere un elemento particolare della costruzione. Deve esserlo mediante la fedeltà alla sua confessione fatta presso Cesarea di Filippo, in forza dell'affermazione: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente'". Due, qui, i temi che ci sembra di cogliere: intanto l'unità nella Chiesa (la Chiesa legata a Pietro e Pietro posto nella Chiesa come roccia) e dunque la necessita' di cooperare insieme per non rompere tale unita'. La seconda parola interessante e' fedeltà: parlando di Pietro, e naturalmente del Papa, dice che deve essere "elemento particolare" della costruzione. Si riafferma insomma l'idea, sia pure nella collegialità di governo della Chiesa, del ruolo di primus inter pares del Papa.

DIMISSIONI? NO - Alle polemiche sulle dimissioni sembra riallacciarsi questo passo, in cui Joseph Ratzinger, dopo aver ricordato i compiti dei cardinali, ossia di coadiuvare il Papa nel suo ministero, indica loro i compiti: "I neo-porporati saranno infatti chiamati a considerare e valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che toccano la missione di tutta la Chiesa. In questo delicato compito sarà loro di esempio e di aiuto la testimonianza di fede resa con la vita e con la morte dal Principe degli Apostoli, il quale, per amore di Cristo, ha donato tutto se stesso fino all'estremo sacrificio". Il principe degli apostoli, ovviamente, e' San Pietro e quindi il Papa che ne e' successore. E l'estremo sacrificio per un Papa e', ovviamente, il portare a termine il pontificato in qualunque condizione fisica e a qualunque costo. Ci sembra un'allusione all'estremo sacrificio del suo immediato predecessore, Giovanni Paolo II, e la possibile smentita di dimissioni, argomento più volte agitato in questi giorni.

BASTA CON LE DIVISIONI - Un altro argomento ad essere toccato e' quello concernente le presunte divisioni e fazioni nella Chiesa, di cui abbiamo scritto in questi giorni. Ecco un passo del discorso che può essere un invito a smorzare i toni e ricompattarsi attorno alla Chiesa e al Papa: parlando dei neo porporati Benedetto dice: "A loro, inoltre, è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l'energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. Si tratta di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell'unità". E' in quella limpidezza-sapienza, energia-fortezza, fedeltà-coraggio e il richiamo ai maestri, pastori e martiri, che Benedetto XVI traccia dunque la rotta. E ricorda il servizio esclusivo alla Chiesa, dunque lontano da conventicole e camarille, che - ancora una volta - e' visibilmente unita in Pietro, nel pontefice. Per essere ancora più chiaro, commentando il Vangelo il papà dice: "Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c'è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne". E definisce quello del Signore fattosi servo "e dare la propria vita in riscatto di molti" come "invito e richiamo, consegna e incoraggiamento" per i neo cardinali (e, c'e da presumere, l'intero collegio cardinalizio). Perché: "La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo "in Cristo", risponda alla sua logica e non a quella del mondo".

UN PROGRAMMA SEVERO - Insomma, con il richiamo continuo a parole come servizio, fedeltà, imitazione di Cristo e rifiuto delle logiche del mondo, il Papa ha rivolto a tutti i cardinali, non solo ai nuovi porporati, un vero e proprio richiamo all'ordine e all'unita, smentendo peraltro - così sembra leggersi in controluce - l'idea di possibili dimissioni. E tuttavia, resta sempre quel suo possibilismo in tema di dimissioni del Papa espresso nel libro intervista del 2010 "Luce del mondo". Un dubbio che, se letto alla luce di quest'omelia e del regime adottato dal Papa (con il dosaggio di impegni e presenza, al contrario del suo predecessore), può essere risolto in questo modo: accennando alle dimissioni papali Ratzinger ha parlato certamente da teologo, rompendo un tabù ormai secolare e preparando la strada verso il futuro. Un tratto di modernità, unito insieme a tanti piccoli gesti (l'affievolimento della predicazione sulla sessualità in luogo della socialità e della crisi economica e culturale moderne, ben simboleggiate dal riferimento alla Populorum Progressio di Paolo VI nella sua enciclica Caritas in Veritate), che danno un'immagine del pontefice lontana da quella di roccioso conservatore che gli era stata attribuita all'inizio del papato.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Saverio Gaeta su rete 4 servizio sulla stanchezza del papa e la sua sofferenza pari a quella di GP"2,il sacrificio bla bla bla neanche stesse per lasciarci.mo' me stanno a stufà.