Su segnalazione di Laura leggiamo:
Papa: Tutto nella Chiesa poggia sulla fede: i Sacramenti, la Liturgia, l'evangelizzazione, la carità
Appassionante omelia di Benedetto XVI nella solennità della Cattedra di san Pietro, celebrata insieme ai nuovi 22 cardinali. L'essere "roccia" di Pietro non dipende dalla persona, ma dall'incarico a lui affidato da Gesù. La Chiesa "non esiste per se stessa", ma è "una finestra", che porta la luce di Dio al mondo che "tende a chiudersi in se stesso". Il testo integrale dell'omelia e il saluto del card. Filoni, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. All'Angelus il papa ha invitato i fedeli a pregare per i nuovi 22 cardinali.
Città del Vaticano (AsiaNews)
Con un occhio alla festa di oggi, la Cattedra di san Pietro, e una all'imminente Anno della Fede, Benedetto XVI ha offerto un'omelia profonda e densa nell'occasione della prima celebrazione eucaristica con i nuovi 22 cardinali creati nel Concistoro di ieri. In essa, dopo aver spiegato il senso di "roccia" della fede, conferita da Cristo a Pietro ("attraverso l'incarico che Gesù gli conferisce, Simon Pietro diventerà ciò che egli non è attraverso «la carne e il sangue»"), egli mostra che "tutto nella Chiesa poggia sulla fede: i Sacramenti, la Liturgia, l'evangelizzazione, la carità. Anche il diritto, anche l'autorità nella Chiesa poggiano sulla fede"); che la fede è legata all'amore ("una fede egoistica sarebbe una fede non vera"); e soprattutto che la fede della Chiese è "come una finestra, il luogo in cui Dio si fa vicino, si fa incontro al nostro mondo. La Chiesa non esiste per se stessa, non è il punto d'arrivo, ma deve rinviare oltre sé, verso l'alto, al di sopra di noi. La Chiesa è veramente se stessa nella misura in cui lascia trasparire l'Altro".
Nell'esplicitare il suo pensiero magisteriale, il papa cita un grande esegeta protestante, Joachim Jeremias, la saggezza rabbinica ebraica, e si diffonde nella spiegazione estetica e teologica dell'altare della cattedra, ad opera di Gian Lorenzo Bernini, situato nell'abside della basilica vaticana.
All'inizio della celebrazione, uno dei nuovi cardinali, Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, aveva rivolto a nome di tutti, il suo saluto e ringraziamento.
"La porpora di cui siamo stati insigniti - ha detto il card. Filoni - ci rammenta, Beatissimo Padre, non tanto la grandezza di chi la portava quale simbolo di potere e di dominio, ma il mistero profondo della sofferenza di Gesù, che rivestito dai suoi aguzzini di un manto purpureo e presentato così alla folla da Pilato, si è umiliato facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (cfr. Fil 2,8). Anche oggi nella Chiesa, per la fedeltà al suo Signore, non mancano il martirio, le tribolazioni e le persecuzioni in tanti suoi membri".
"Beatissimo Padre - ha continuato - in questo momento, così significativo per noi, vorremmo, insieme ai nostri sentimenti di gratitudine, di affetto e di dedizione, presentarLe, quale dono, il rinnovato impegno di fedeltà, unito alla completa disponibilità nell'adempimento delle specifiche mansioni a noi affidate nella Curia Romana, nelle Chiese particolari o nel servizio alla verità e alla conoscenza di essa. La fiducia in noi riposta vorremmo portarla come veste inconsunta usque ad effusionem sanguinis. Ai nostri sentimenti si uniscono oggi anche quelli, non meno profondi e gioiosi, dei nostri parenti ed amici, delle Chiese da cui proveniamo e dei popoli ai quali apparteniamo".
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1 commento:
Basta imitare i Santi e siamo a posto con Dio.
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