Il contributo della Papal Foundation per la difesa dei minori vittime di abusi
Una indicazione per la Chiesa universale
Roma, 4.
La Papal Foundation sarà uno dei principali finanziatori del «Centro per la protezione dei minori» che nascerà a Monaco di Baviera come segno tangibile della sollecitudine pastorale con cui il Papa intende sanare la piaga degli abusi sessuali commessi dal clero.
A renderlo noto è stato nel pomeriggio di ieri, venerdì 3, il gesuita Hans Zollner, preside dell'Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana nonché presidente del comitato organizzativo del simposio internazionale sul tema degli abusi sessuali che si terrà dal 6 al 9 febbraio prossimi presso l'ateneo di piazza della Pilotta.
Un incontro, sul tema «Verso la guarigione e il rinnovamento», al quale -- come già riferito nell'edizione di sabato 4 -- prenderanno parte delegati di centodieci conferenze episcopali e i superiori generali di oltre trenta ordini e congregazioni religiose, con l'intento di rilanciare l'impegno nei confronti della tutela dei minori e delle persone ferite da uomini di Chiesa.
Un impegno che si concretizzerà nella ricerca di una strategia globale e, appunto, nell'apertura a Monaco di Baviera di un centro di teledidattica immediatamente operativo. Una struttura già finanziata per i prossimi tre anni grazie anche allo sforzo messo in campo dalla Papal Foundation, organismo caritativo presieduto dal cardinale arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl, per il quale -- ha ricordato padre Zollner -- «è il Papa stesso ad approvare le singole donazioni». Del resto, ha aggiunto monsignor Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, «la leadership del Papa nella lotta agli abusi del clero è una indicazione per la Chiesa universale per dare una risposta adeguata che non parta dall'omertà e che abbia come obiettivo primario l'attenzione e la guarigione delle vittime».
Altri contributi per la realizzazione della struttura sono stati offerti dall'arcidiocesi di München und Freising, dalle diocesi di Augsburg e di Osnabrück, nonché dalla congregazione delle Suore della misericordia di Monaco. «Questo centro -- ha spiegato padre Zollner -- svilupperà, in un periodo di tre anni, un programma di e-learning, cioè una piattaforma di apprendimento basata su internet con lo scopo di dare uno strumento moderno e facilmente utilizzabile ovunque. I contenuti riguardano informazioni dagli ambiti della psicologia, pedagogia, teologia e diritto canonico, per favorire una maggiore consapevolezza riguardo la realtà degli abusi nella Chiesa e nella società, l'aiuto appropriato per le vittime, la conoscenza delle misure canoniche previste e la creazione di un clima di ascolto e di sensibilità nei confronti dei minori e dei più deboli».
Il centro, che dipenderà dall'Istituto di psicologia della Gregoriana, si avvarrà della collaborazione con la Clinica psichiatrica per minori dell'università di Ulm, in Germania, dove si sta elaborando un simile programma per insegnanti e personale medico. Non solo, la struttura, è stato reso noto, lavorerà con otto project partners, tra diocesi e congregazioni religiose, in quattro lingue: inglese, spagnolo, italiano, tedesco. Due di questi project partners si trovano in Africa (Ghana, Kenya), due in America Latina (Argentina, Ecuador), due in Asia (India, Indonesia) e due in Europa (Germania, Italia).
Il simposio internazionale che prende il via lunedì pomeriggio non sarà dunque un evento «bello, ma unico». Ma è invece concepito -- è stato detto venerdì pomeriggio dagli organizzatori nel corso di una conferenza stampa -- «come un altro passo nel lungo e doloroso cammino della Chiesa nell'assumersi le sue responsabilità del passato e nel lavorare per un futuro migliore». All'incontro prenderanno parte numerosi cardinali e capi dicastero. Soprattutto, però, grande spazio verrà dato alle testimonianze di quei vescovi che in diverse regioni del pianeta -- Filippine, Messico, Brasile, Stati Uniti, Germania, Sud Africa -- hanno agito coraggiosamente in difesa delle vittime. Perché, come ha sottolineato monsignor Scicluna, «non ci può essere una distinzione tra il bene della Chiesa e la protezione dei giovani». Anzi, «la protezione dei bambini deve essere un principio e una preoccupazione permanenti in ogni decisione» della Chiesa.
Al simposio, inoltre, porterà una testimonianza l'irlandese Mary Collins, vittima degli abusi. «Non è stato facile per me decidere di parlare. Ma dopo essermi posta tante domande -- ha spiegato -- ho deciso che era qualcosa che potevo fare». Nella sera di martedì, infine, una «veglia penitenziale» sarà presieduta nella chiesa di Sant'Ignazio dal cardinale prefetto della Congregazione per i Vescovi, Marc Ouellet.
(©L'Osservatore Romano 5 febbraio 2012)
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