I giovani al centro dell’odierna Giornata per la Vita: “la vera giovinezza è nel servizio alla vita”, sottolinea il Papa
I giovani al centro della XXXIV Giornata per la Vita. In questa occasione mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo eletto ausiliare di Roma e incaricato per la Pastorale Sanitaria e Universitaria, ha presieduto, stamane nella chiesa di Santa Maria in Traspontina a Roma, una solenne Messa animata dalle Cappellanie delle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università cittadine. Il servizio di Marina Tomarro.
“Fare della propria vita un dono verso gli altri scoprire nella sessualità la via della gratuità e della dignità della vita umana che vale sempre per se stessa e non per qualcosa”. Questo l’invito di mons. Leuzzi nella celebrazione per la Vita, alla presenza di numerosi universitari delle Cliniche di ginecologia e ostetricia delle Università di Roma. Ma sul tema della Giornata “Giovani aperti alla vita”, ascoltiamo il commento di Massimo Moscarini, docente di Ginecologia all'Università La Sapienza di Roma.
“I giovani sono il futuro e il futuro è quello a cui noi tutti dobbiamo guardare. E’ quindi molto importante che il giovane sia preparato ad affrontare un futuro che può presentarsi apparentemente più difficoltoso. Quindi, con serenità e con grande forza d’animo bisogna affrontare in modo particolare alcune cose, che credo siano alla base: la tutela della maternità, la tutela della fecondità, la tutela della vita nascente. Sono cose che è necessario affrontare in pieno, perché ne venga da qui una cultura profonda che sappia difendere questi valori, che sono fondamentali per avere veramente speranza nel futuro”.
Quindi oggi diventa necessario educare i giovani al desiderio di aprirsi verso la vita. Ascoltiamo ancora il professor Moscarini.
“Bisogna riappropriarsi di quel desiderio di genitorialità, che è fondamentale per le coppie, che quindi imparano a desiderare e ad amare di avere una famiglia, di avere dei figli, che sono fondamentali nella vita, perché danno speranza al futuro. Occorre quindi anche creare delle strutture sociali che permettano alle coppie di avere una gravidanza nei tempi giusti; va difesa poi la gravidanza stessa, che comprende il valore della vita e va difeso poi il neonato ed il bambino nelle sue varie fasi di crescita”.
Alla celebrazione eucaristica erano presenti anche le mamme del progetto “Salvamamme”, che dal 1992 aiuta le donne e le famiglie in difficoltà, ad accogliere con gioia e dignità la vita nascente. Ascoltiamo la presidente Grazia Passeri.
R. - Le mamme arrivano spesso dopo molte sofferenze. Quindi, bisogna aprire la porta con un sorriso. Il dono del corredino, il dono del passeggino, del cibo o di quello che serve è un momento che concretizza l’accoglienza. Tante volte “Salvamamme” riesce ad intervenire di fronte a pericoli gravissimi per la mamma e per il bambino.
D. – Chi sono le donne che vi chiedono aiuto?
R. – Innanzitutto, in questo momento, sono tante famiglie; poi abbiamo tantissimi immigrati sia africani che dell’Est europeo: sono persone spesso senza lavoro che non vogliono rinunciare al proprio bambino. Rispondere a tutto ciò mi sembra doveroso.(ap)
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