Il Papa ai cardinali: Fede non potere Benedetto XVI invita i nuovi porporati a servire la Chiesa con dedizione assoluta
Un richiamo forte al «servizio dell'amore» contro ogni tentazione di carrierismo.
È in sintesi il messaggio che Benedetto XVI ha affidato ai nuovi cardinali e alla Chiesa intera durante l'omelia del «solenne e suggestivo rito del concistoro», come lo ha definito lo stesso Pontefice. La cerimonia ha richiamato centinaia di fedeli nella basilica di S. Pietro (c'era anche il presidente del consiglio Monti con la moglie) per assistere alla consegna della berretta, dell'anello e della pergamena ai 22 nuovi porporati.
Un concistoro, il quarto del pontificato di Benedetto XVI, che ridisegna il Sacro collegio e porta a 63 gli elettori di un eventuale conclave nominati da questo papa contro i 62 del suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II. Benedetto XVI, ovviamente, non ha fatto alcun riferimento diretto al clima di veleni e contrapposizioni che ha preceduto il concistoro. Ma come al solito è stato chiarissimo, offrendo un riferimento sicuro. La barca di Pietro non affonda, anche in mezzo ad acque tempestose come quelle che sta attraversando la Chiesa in questo inizio del Terzo Millennio, in cui la sfida della rievangelizzazione di una società secolarizzata può essere vinta solo con la riscoperta dei contenuti fondamentali della fede. Commentando la confessione di Pietro e il mandato di Cristo «su questa pietra edificherò la mia Chiesa», il Papa ha ricordato ai neo-porporati che il significato della berretta rossa è legato al dono di sé fino all'estremo sacrificio, sull'esempio del Principe degli Apostoli. «Ai nuovi cardinali è affidato il servizio dell'amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all'effusione del sangue, se necessario». Il Pontefice ha commentato i sogni di gloria degli stessi apostoli Giacomo e Giovanni, che scatenarono la reazione invidiosa degli altri dieci, ricordando la «folgorante» replica di Gesù: «Potete bere il calice che io devo bere? L'allusione è chiarissima: il calice è quello della passione, che Gesù accetta per attuare la volontà del Padre. Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria».
Benedetto XVI ha ricordato ai cardinali che devono «servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l'energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo "in Cristo", risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità». Atteggiamenti che escludono ogni velleità di carrierismo, con una scelta radicale e incondizionata orientata dalla fede: «Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c'è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù» ha ricordato il Papa, che a conclusione della sua omelia ha chiesto preghiere per i cardinali e «anche per me, affinché possa sempre offrire al Popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa». Al termine della cerimonia Benedetto XVI ha annunciato che il prossimo 21 ottobre canonizzerà sette beati.
© Copyright Il Tempo, 19 febbraio 2012 consultabile online anche qui.
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