Benedetto XVI nel Messaggio per la Quaresima: ribadire con forza che il bene esiste e vince
“Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: è il tema scelto da Benedetto XVI per il Messaggio di Quaresima, presentato stamani in Sala Stampa Vaticana. Il servizio di Roberta Gisotti:
Quaresima tempo propizio per riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità, rinnovando il proprio cammino di fede, “personale” e “comunitario”. In un percorso segnato da “preghiera”, “condivisione”, “silenzio”, “digiuno”, “in attesa” della “gioia pasquale”. Benedetto XVI raccomanda nel suo Messaggio anzitutto l’attenzione all'altro, quando invece spesso “prevale – biasima il Papa – “l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la ‘sfera privata’”. “La cultura contemporanea sembra” infatti “aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è ‘buono e fa il bene’”. Non solo la ricchezza materiale e la sazietà impediscono uno sguardo amorevole verso il fratello ma anche “l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni”. E se oggi in generale si è sensibili al bene fisico e materiale degli altri, “si tace invece quasi del tutto” sul bene spirituale dei fratelli. Rimprovera Benedetto XVI “quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene”. “Nel nostro mondo impregnato di individualismo – sollecita Benedetto XVI – è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità”. “C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona, come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi”.
Raccomanda, poi, il Papa il dono della reciprocità. “Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana!” “La nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale”.
Infine, l’invito “a camminare insieme nella santità”. “I maestri spirituali ricordano che nella vita di fede chi non avanza retrocede”. “Tutti sentano l’urgenza – conclude Benedetto XVI – di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone”.
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