Su segnalazione di Laura leggiamo:
Benedetto XVI all'udienza generale: affidarsi a Dio per vincere il male che è dentro e attorno a noi
Come vincere il male che è dentro e attorno a noi: ne ha parlato stamane il Papa nella catechesi dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, dedicata alla preghiera di Gesù al Getsemani. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia”. Disse loro: ‘La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate’”. Le parole di Gesù durante la preghiera nel Giardino degli Ulivi, rivelano – ha spiegato Benedetto XVI – come Cristo “in quell’‘Ora’ sperimenti l’ultima profonda solitudine proprio mentre il disegno di Dio si sta attuando. In tale paura e angoscia di Gesù – ha sottolineato ancora il Papa - è ricapitolato tutto l’orrore dell’uomo davanti alla propria morte, la certezza della sua inesorabilità e la percezione del peso del male che lambisce la nostra vita”: “Cari amici, anche noi, nella preghiera dobbiamo essere capaci di portare davanti a Dio le nostre fatiche, la sofferenza di certe situazioni, di certe giornate, l’impegno quotidiano di seguirlo, di essere cristiani e anche il peso del male che vediamo in noi e attorno a noi, perché Egli ci dia speranza, ci faccia sentire la sua vicinanza, ci doni un po’ di luce nel cammino della vita”.
Gesù nella preghiera davanti alla morte e al male si rivolge al Padre: “Tutto è possibile per te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”. “Questo è importante – ha sottolineato Benedetto XVI - anche nella nostra preghiera” quotidiana:
“…dobbiamo imparare ad affidarci di più alla Provvidenza divina, chiedere a Dio la forza di uscire da noi stessi per rinnovargli il nostro 'sì', per ripetergli ‘sia fatta la tua volontà’, per conformare la nostra volontà alla sua”.
Da rilevare poi che “i tre discepoli, scelti da Gesù per essergli vicino, non furono capaci di vegliare con Lui, di condividere la sua preghiera, la sua adesione al Padre e furono sopraffatti dal sonno”:
“…domandiamo al Signore di essere capaci di vegliare con Lui in preghiera, di seguire la volontà di Dio ogni giorno anche se parla di Croce, di vivere un’intimità sempre più grande con il Signore, per portare in questa ‘terra’ un po’ del ‘cielo’ di Dio”.
Nei saluti finali, il Papa ha rammentato che domani sarà celebrata la Giornata delle persone consacrate, “testimoni speciali” nella Chiesa di dedizione alla volontà di Dio. Ed ancora ha richiamato la figura di San Giovanni Bosco, festeggiato ieri, per sottolineare “quanto sia importante educare le nuove generazioni agli autentici valori umani e spirituali della vita”. Un indirizzo particolare è andato ai vescovi della Comunità di Sant’Egidio, giunti da vari Paesi dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia, incoraggiandoli “ad operare con entusiasmo al servizio del Vangelo, nonostante le difficoltà che possono incontrare nella loro missione”.
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