Le missioni internazionali fiore all'occhiello dell'ospedale Bambino Gesù
Ad Haiti per portare la solidarietà del Papa
È Haiti la tessera nuova di quel grande mosaico della solidarietà che il Bambino Gesù, sempre più conosciuto nel mondo come «l'ospedale del Papa», sta costruendo nel mondo. A Tabarre, nella provincia di Port-au-Prince, l'ospedale pediatrico Saint Damien è stato dotato di trentasei nuovi posti letto e di due modernissime sale operatorie per la maternità.
Il nuovo blocco -- inaugurato recentemente dalla duchessa Maria Grazia Salviati, per il Bambino Gesù, e da Maria Vittoria Rava, presidente della fondazione Francesca Rava, alla quale si deve il sostanziale contributo per la realizzazione del progetto -- è gestito da personale medico-infermieristico haitiano, la cui formazione è stata curata direttamente da medici del nosocomio romano.
L'inaugurazione del nuovo blocco è coincisa con la ricorrenza del secondo anniversario del tragico terremoto che ha sconvolto il Paese caraibico il 16 gennaio 2010. Tra l'altro, quelle del Bambino Gesù furono tra le prime équipe mediche a giungere all'indomani del devastante terremoto. Un protocollo usuale, quello che guidò l'intervento dell'ospedale, poiché «ogni volta che si verifica una catastrofe o un'emergenza sanitaria -- ha detto al nostro giornale il presidente Giuseppe Profiti -- come ospedale della Santa Sede diamo immediatamente la piena disponibilità a collaborare e intervenire per contribuire a salvare giovani vite. Direi però che il nostro impegno va oltre. Nel senso che cerchiamo di evitare, come purtroppo spesso accade nel mondo, che appena si spengono i riflettori le popolazioni bisognose vengano lasciate a sé stesse. Il nostro obiettivo è piantare un seme e coltivarlo sino a quando il frutto diventi stabile e duraturo nell'interesse supremo delle popolazioni colpite da catastrofi naturali o dagli effetti di una guerra».
«Nello specifico di Haiti -- puntualizza il presidente -- l'intervento è stato immediato. In collaborazione con la fondazione Rava ci siamo attivati subito dopo il terremoto per il potenziamento e la collaborazione nella conduzione dell'ospedale pediatrico di Saint Damien. Ma, finita l'emergenza, siamo ancora lì per aiutarli. E ora questa nuova realizzazione ci riempie di sano orgoglio».
Le missioni internazionali sono il fiore all'occhiello dell'ospedale. Una realtà che proprio il presidente Profiti ha voluto rilanciare per esportare in tutto il mondo, in modo così particolare e importante, la carità del Papa. «No missioni spot, ma presenza strutturata e strutturale» il principio guida di ciascuno dei quattordici progetti già realizzati o in fase di realizzazione in altrettanti Paesi. Un vero e proprio “reparto” aperto sul mondo che non ha uguali.
In Cambogia, per esempio, è attivo un centro ospedaliero Bambino Gesù. Altre strutture operative sono nel Montenegro, in Kenya, in Tanzania, a El Salvador, in Cile, in Perú. Gemellaggi con importanti ospedali pediatrici sono stati realizzati a Mosca e in Vietnam. In fase di realizzazione iniziative in Ecuador, in Thailandia, nel Laos e nel Benin.
Analoghi interventi riguardano naturalmente anche l'Italia. Tra le realizzazioni più recenti -- oltre ai presìdi di Larino, in Molise, e di Potenza, in Basilicata -- da segnalare il centro cardiologico pediatrico strutturato in Sicilia, destinato a servire una vasta area dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano 12 febbraio 2012)
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1 commento:
Ecco i fatti che contano,ecco la carità del papa altro che le cineserie di Romeo...
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