venerdì 9 novembre 2012

La «Missa “L'Anno Santo”» di Georg Ratzinger. Domenica 11 novembre il concerto nella Cappella Sistina (O.R.)

La «Missa “L'Anno Santo”» di Georg Ratzinger

Nei mille rivoli della tradizione


Domenica 11 novembre, nella Sistina in Vaticano, la Cappella Musicale Pontificia eseguirà alla presenza del Papa la Missa “L'Anno Santo” di monsignor Georg Ratzinger. Anticipiamo i contenuti della presentazione dell'opera che sarà tenuta dal Maestro direttore del coro.


di Massimo Palombella


La Missa “L'Anno Santo” di Georg Ratzinger è un'opera musicale scritta in stile tardo-romantico: consapevolmente legata alla tradizione ne piega al massimo le possibilità, creando percorsi ricchi di una logica dispersiva e ambigua che trova una conciliazione della perdita di un centro tematico.

Il Kyrie è diviso in tre parti, rispettando la forma originale dell'atto penitenziale nel messale: Kyrie-Christe-Kyrie. La prima e la terza invocazione hanno stesso tema e sviluppo, contrastando così con la seconda che ripete a modo di litania «Cristo abbi pietà di noi».
Il Gloria, brano di grande effetto, si divide in tre parti ed è basato su due diverse idee musicali. La prima (gloria), viva e decisa apre la strada alla seconda (qui tollis) più lenta, pacata, introversa, quasi una mesta processione. In contrasto appare la terza idea (quoniam), che riprende il primo spunto tematico per finire gioiosamente con il cum santo spiritu in fugato.
Il Sanctus comincia piano, etereo, dall'alto, con delle terzine che fanno pensare alla discesa del Salvatore per poi arrivare al punto culminante pasquale dell'hosanna in excelsis. Tra gli elementi caratteristici c'è il trattamento della parola Sanctus, affrontata in piano e con atteggiamento meditativo, secondo le indicazioni del movimento ceciliano che ebbe una delle sue roccaforti a Regensburg, la città dove il compositore è stato a lungo direttore del coro della cattedrale. L'Hosanna in excelsis, invece, è un fugato come prevede la tradizione (Bach, Mozart, Beethoven).
Il Benedictus, che oggi non viene più pensato come un brano separato dal Sanctus, mantiene una forma distaccata meditativa che conclude con la ripresa dell'Hosanna.
L'Agnus Dei finale è il brano meno formale, una musica estremamente aderente al testo che fa risaltare le invocazioni miserere nobis. Il lavoro si conclude con un dona nobis pacem giocoso, in tempo ternario, distaccato dal resto del brano come tipico delle messe classiche di Haydn, Mozart e Telemann.

(©L'Osservatore Romano 10 novembre 2012)


Domenica 11 novembre


Il concerto nella Cappella Sistina


Sotto la direzione di monsignor Massimo Palombella, la Cappella Musicale Pontificia Sistina aprirà il programma dell'11 novembre con un canto gregoriano, Nos autem gloriari, per poi passare al Kyrie e al Gloria della Missa. Seguirà il Credo dalla Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina che precederà Sanctus, Benedictus e Agnus Dei, ancora dalla Missa “L'Anno Santo”. A conclusione sarà eseguito un brano dello stesso Palombella, O sacrum convivium e il Tu es Petrus di Colin Mawby.

Il concerto privato si inserisce nell'ambito dell'undicesimo Festival internazionale di musica e arte sacra che, sempre domenica 11 presso la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, proporrà in serata il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi diretto da Ulrich Stötzel.

(©L'Osservatore Romano 10 novembre 2012)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il Bello avnza anche nella Musica Sacra grazie al nostro grande Santo Padre Benedetto XVI!
Un Pontefice colto che non ha pari nella Chiesa dai tempi di Benedetto XIV ...la sola "sfortuna"? Vivere in una epoca livellata e mediocre, contorniato da vescovi, mediocri e mediocrissimi .